Le grotte sono la frontiera dell’esplorazione umana sulla Terra, l’altra frontiera è lo Spazio.
A 50 anni dallo sbarco sulla Luna, proponiamo una carrellata di curiosità sulle grotte lunari, in omaggio a quei due astronauti, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, che per primi esplorarono a piedi la superficie del nostro satellite.

Grotta lavatubes tubo di lava sulla Luna
L'ingresso di una grotta sulla superficie lunare

Si celebrano oggi i 50 anni dallo sbarco dell’Uomo sulla Luna. Il desiderio di conoscenza e lo spirito dell’esplorazione fecero vivere all’umanità momenti esaltanti, spinti dalla competizione di USA e URSS nella guerra alla conquista dello spazio. Nel 1969 l’Uomo raggiunse un luogo apparentemente vicino, ma lontanissimo, superando notevoli problemi tecnici. Per analogia e con un pizzico di superbia, gli speleologi oggi si sentono gli unici esploratori di mondi ancora sconosciuti, e il caso vuole che le grotte lunari saranno probabilmente il primo luogo abitabile del nostro satellite.
Secondo le leggi della Fisica, sulla Luna le grotte potrebbero raggiungere dimensioni grandiose, centinaia di metri di larghezza per chilometri di lunghezza, perché con la gravità ridotta ci sarebbe meno pressione sulle rocce e meno crolli, ma finché non va dentro qualcuno a vedere, possiamo solo fantasticare.

Drone esplora le grotte lunari
Droni esploreranno le grotte lunari

Finora abbiamo scoperto più di 200 possibili ingressi, hanno un diametro tra i 5 e i 900 metri, individuati dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro) della Nasa.
L’esplorazione delle grotte lunari sarà portata avanti da macchine, droni robot in grado di mappare ed esplorare i vuoti sotterranei che garantiscono una protezione dalla radiazione cosmica e dalla pioggia di meteoriti.

Con il ricordo di quello schermo TV in bianco e nero, sul quale si materializzavano ombre confuse disturbate del primo allunaggio nel 1969, volgiamo lo sguardo al futuro, all’imminente colonizzazione stabile della Luna, e alle sue grotte, per la seconda volta accoglienti ripari dell’umanità.

La prima idea di utilizzare le cavità naturali, le grotte ed i cunicoli per installazioni stabili sulla Luna viene dall’EST.
Già a fine 2011 alcuni scienziati russi lo avevano ipotizzato con un certo entusiasmo. La possibilità di costruire colonie nel nostro satellite era aumentata, dopo che erano stati scoperti alcuni tunnel e caverne di lava di origine vulcanica. 
Secondo quanto riferiva il veterano dello spazio, l’astronauta Sergei Krikalyov, all’epoca a capo del centro di addestramento spaziale russo Star City, le grotte avrebbero potuto costituire un rifugio naturale per la prima colonia lunare. 

Nel 2008 la sonda spaziale giapponese Selene, (Kaguya, in giapponese) aveva individuato una profonda cavità sul suolo lunare.

ingresso-di-un-tubo-di-lava sulla luna
Ingresso di un tubo di lava, misura 65 metri di larghezza per 80 metri di profondità

Nel 2010 è stato scoperto un “buco” non ben identificato, ma al momento della scoperta non si capiva bene se si trattasse di una grotta o di un cratere molto profondo.
Dopo quella scoperta, la NASA aveva ipotizzato l’esistenza sulla Luna di lunghi canali nel sottosuolo.
Oggi la notizia dell’esistenza di una grotta è confermata da nuove immagini, secondo le quali l’ingresso è largo circa 65 metri e profondo 80 metri.
La grotta si apre sulla volta di un “tubo di lava”, cioè di una grotta vulcanica, molto più larga di quello che il buco farebbe intendere, dell’ordine di qualche centinaio di metri di larghezza.

Ingressi grotte lunari
Finora abbiamo scoperto più di 200 possibili ingressi, hanno un diametro tra i 5 e i 900 metri

Le cavità scoperte finora sono più di 200, hanno un diametro tra i 5 e i 900 metri.
E’ quanto emerge dalle immagini ad alta risoluzione scattate dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro) della NASA, raccolte e analizzate con un algoritmo dai ricercatori dell’università dell’Arizona in un articolo pubblicato sulla rivista Icarus.
La maggior parte di queste grotte lunari sono state identificate all’interno di grandi crateri e nei cosiddetti mari lunari, ovvero pianure basaltiche di colore scuro nate da antiche eruzioni di materiale incandescente seguite all’impatto con meteoriti massicci. 

Quelle scoperte finora rappresentano solo una piccola parte delle grotte lunari: la sonda Lro della NASA ha infatti scandagliato soltanto il 40% della superficie del nostro satellite con la luce necessaria a far funzionare il programma automatico che identifica i pozzi. 
Si continuerà a scandagliare le immagini, ma sul 25% della superficie lunare (le regioni più vicine ai poli) il Sole non si alza mai abbastanza e si ha molta difficoltà a distinguere una grotta da un cratere formato da un impatto.
Gli scienziati inoltre stanno analizzando dati termici e gravitazionali, per ottenere informazioni sugli ambienti in cui queste aperture si formano.

Osservazione degli ingressi periscope
Il sistema "Periscope" è in gradi di ispezionare piccole porzioni di sottosuolo

Anche l’Italia è in prima linea nella ricerca: Nel 2017, alla conferenza EuroPlanet a Riga sono stati presentati lavori delle Università di Padova, Bologna e Trento su analisi comparative di tubi di lava terrestri e planetari e su sistemi di telerilevamento radar di tubi di lava via satellite.

I referenti dei lavori sono Riccardo Pozzobon, del dipartimento di geoscienze dell’ Università di Padova, e Leonardo Carrer, del laboratorio di telerilevamento all’ Università di Trento.

A Gennaio del 2018 il SETI Institute e il Mars institute hanno annunciato la scoperta di piccole fosse in un grande cratere vicino al Polo Nord della Luna

Polar Caves on the Moon? – Pascal Lee from SETI on Vimeo.

Se ci fosse presenza di acqua ghiacciata, questi potenziali ingressi di tubi di lava potrebbero consentire ai futuri esploratori un più facile accesso ai ghiacci sottosuperficiali e quindi all’acqua.
Negli ultimi anni, i poli lunari sono cresciuti in importanza strategica sia per la scienza che per l’esplorazione, poiché è noto che il ghiaccio d’acqua è sepolto nella regolite lunare in aree permanentemente ombreggiate su entrambi i poli.

Negli ultimi mesi la NASA sta sperimentando droni e robot scalatori in grado di percorrere ed esplorare le grotte lunari.

Si ringrazia Loredana Bessone della ESA CAVES e francesco Sauro, speleologo
Fonti, informazioni, approfondimenti e crediti:

https://www.globalist.it/science/2017/10/20/scoperta-sulla-luna-una-caverna-che-potrebbe-ospitare-una-base-scientifica-2013470.html

https://www.universo7p.it/basi-lunari-la-nasa-continua-il-progetto-ecco-dove/ultimi-articoli/

https://www.scintilena.com/gli-astronauti-nasa-che-torneranno-sulla-luna-potrebbero-vivere-nelle-grotte-laviche/05/31/

https://www.scintilena.com/tubi-di-lava-siti-nascosti-per-future-missioni-umane-sulla-luna-e-su-marte/09/24/

https://www.galileonet.it/astronauti-cavernicoli-sulla-luna/

https://www.nasa.gov/content/goddard/lunar-pits-could-shelter-astronauts-reveal-details-of-how-man-in-the-moon-formed

https://www.scintilena.com/e-confermato-il-buco-sulla-luna-e-una-grotta-vulcanica/02/04/

https://www.scintilena.com/possibili-lavatubes-nel-polo-nord-della-luna-potrebbero-contenere-acqua/01/12/

https://www.hou.usra.edu/meetings/leag2014/pdf/3025.pdf

https://www.hou.usra.edu/meetings/leag2016/pdf/5068.pdf

https://www.lpi.usra.edu/meetings/caves2011/pdf/8013.pdf

https://www.researchgate.net/profile/Samuel_Ximenes/publication/268589369_Defining_a_Mission_Architecture_and_Technologies_for_Lunar_Lava_Tube_Reconnaissance/links/54f48b820cf2f28c1361dd2e/Defining-a-Mission-Architecture-and-Technologies-for-Lunar-Lava-Tube-Reconnaissance.pdf

https://www.hou.usra.edu/meetings/leag2014/pdf/3065.pdf

https://www.researchgate.net/publication/316472865_LunaTube_a_new_mission_design_for_lava_tube_exploration_on_the_Moon

https://www.nasa.gov/content/periscope-periapsis-subsurface-cave-optical-explorer

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