Mi sembra abbastanza inutile cercare di spiegare un pensiero complesso a uno della Lega.

Parte del post di Bessone su Instagram

Il signor Massimo Bessone infatti è un leghista e ci sta poco da spiegare a uno che chiede chi paga, mentre il suo partito deve ancora restituire 49 Milioni di Euro allo Stato, lo stesso partito di quella che ha fatto la legge che in Umbria consente il traffico dei mezzi a motore sui sentieri di montagna, lo stesso partito che nel suo atto costitutivo ha l’obiettivo di separare parte delle regioni del Nord dall’Italia, lo stesso partito di quello che per difendere l’Italia (che controsenso) ha tenuto prigionieri dei poveracci su una nave.

Da un partito del genere e dai suoi rappresentanti non puoi aspettarti altro, quindi, se hai un minimo di senso critico, almeno ricordati di non votarli più. Questa affermazione farà perdere tanti like, tanti follower e tanti soci a Scintilena, almeno ci diamo una bella ripulita.

Qui i leghisti non sono graditi per niente e non ho bisogno del loro consenso per scrivere quello che penso.

Auguro al signor Bessone una bella sciata, sperando che non si rompa una gamba.

Andrea Scatolini

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LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE GENERALE DEL CAI, ANTONIO MONTANI

“Le parole di Massimo Bessone non solo mancano di rispetto, ma dimostrano una profonda mancanza di comprensione verso i valori dell’esplorazione, della montagna e dell’impegno umano che li accompagna. Sono offensive nei confronti della speleologa Ottavia Piana, dei tecnici del Soccorso Alpino, e di tutti coloro che con passione e dedizione vivono questi luoghi come simbolo di libertà e crescita personale.

La montagna, come la grotta o il mare, è uno spazio dove l’essere umano sfida se stesso, un territorio di esplorazione che ha da sempre spinto l’umanità a superare i propri limiti. Criminalizzare chi, come Ottavia, sceglie di affrontare queste sfide significa disprezzare il coraggio e l’innato desiderio umano di scoperta.

Non è la prima volta che il rischio e la solidarietà si intrecciano drammaticamente in montagna, così come questo atteggiamento di giudizio e condanna. Un caso emblematico nella storia dell’alpinismo è quanto accadde a Walter Bonatti dopo la tragica ritirata durante la prima salita del Pilone Centrale del Freney, nel 1961, in cui quattro alpinisti persero la vita. Bonatti fu vittima di accuse infondate e di polemiche feroci per non essere riuscito a salvare i suoi compagni, nonostante avesse agito con coraggio e lucidità in condizioni estreme. Quelle critiche, ingiuste allora come oggi lo sono le parole di Bessone, ignoravano una verità fondamentale: l’esplorazione comporta sempre un margine di rischio, e i protagonisti di queste imprese non meritano denigrazione ma rispetto.

Il Club Alpino Italiano esprime pieno sostegno a Ottavia Piana e ribadisce la sua gratitudine ai tecnici del Soccorso Alpino, che, come sempre, hanno operato con professionalità e dedizione. Le risorse impiegate in questi interventi non sono ‘sprechi’, ma testimonianza di una società civile che tutela il diritto di vivere la montagna e la natura con rispetto e passione.

La montagna non è solo un luogo fisico: è uno spazio culturale, simbolo di ciò che siamo. Nessuno dovrebbe essere costretto a rinunciare a viverla per paura del giudizio di chi non ne comprende il valore”.

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LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ SPELEOLOGICA ITALIANA SERGIO ORSINI

Comunicato stampa della Società Speleologica Italiana ETS (SSI) in risposta al post pubblicato su Facebook e Instagram da Massimo Bessone, politico leghista ex assessore della provincia di Bolzano.

Bologna, 24 dicembre 2024 – La Società Speleologica Italiana ETS (SSI) ritiene doveroso intervenire in merito alle critiche mosse da Massimo Bessone riguardo al recente salvataggio della speleologa Ottavia Piana.

In primo luogo, desideriamo esprimere il massimo rispetto per l’impegno e il sacrificio dei 159 tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), dei medici e degli operatori che hanno lavorato per riportare Piana in superficie. La loro professionalità e dedizione sono testimonianza di un sistema di emergenza efficace e solidale, che rappresenta un vanto per il nostro Paese.

Riguardo alla scelta di esplorare grotte complesse, va sottolineato che l’attività speleologica non è un semplice sport, ma un impegno scientifico che contribuisce alla conoscenza e alla tutela del nostro territorio. Grazie al lavoro di speleologi e speleologhe, come Piana, si studiano gli ambienti sotterranei e le risorse idriche, fornendo dati utili per la prevenzione dei rischi geologici, la gestione delle acque e la conservazione della biodiversità.

È importante chiarire inoltre che:

–        gli interventi di soccorso in grotta rappresentano una percentuale minima delle operazioni del CNSAS, come dimostrano i dati ufficiali;

–        la speleologia è praticata con protocolli rigorosi di sicurezza e tutti gli speleologi e le speleologhe iscritti alla SSI sono coperti da un’assicurazione specifica per gli interventi in grotta, che non grava sulle risorse pubbliche.

Contestiamo l’idea che il salvataggio di una persona sia in alcun modo in competizione con la gestione ordinaria del sistema sanitario nazionale. L’intervento per il soccorso di Piana è stato un atto doveroso di umanità, che rispecchia i valori di solidarietà su cui si fonda il nostro Paese.

Infine, riteniamo che il rispetto per chi dedica la propria vita a esplorare, comprendere e proteggere il nostro patrimonio naturale sia essenziale per costruire una società informata e consapevole.

La Società Speleologica Italiana continuerà a sostenere i propri soci e le proprie socie nella pratica di un’attività che è molto più di un’avventura personale: è un impegno per il bene collettivo.

Società Speleologica Italiana ETS