di Giampaolo Fornasier
Come l’anno scorso, anche quest’anno, nei prati e nelle foreste di Pian Cansiglio, si è svolto, organizzato Unione Speleologica Pordenonese CASI assieme ai colleghi dei Gruppi Speleologici di Sacile, Vittorio Veneto, Treviso e Ferrara, un campo di esplorazioni speleologiche atto ad approfondire le conoscenze ipogee del nostro territorio.

Il campo, che aveva come base logistica la casa forestale della Crosetta, si è tenuto dal 2 al 17 agosto ed ha visto la partecipazione, complessiva, di circa 40 speleologi provenienti da diverse regioni italiane e si poneva come obiettivi la prosecuzione delle esplorazioni delle numerose cavità della zona e la ricerca di nuove cavità da inserire in un apposito “Catasto Regionale delle Grotte”.

In totale sono state effettuate 38 uscite di esplorazione, con una media superiore alle 2 uscite al giorno.

Per quanto riguarda la ricerca di nuove cavità, ne sono state rinvenute una decina, prontamente inserite in una “Carta delle Grotte” appositamente realizzata e gestita dal Gruppo Speleologico Sacilese. Alcune di queste cavità sono speleologicamente rilevanti in quanto potrebbero rappresentare ulteriori porte verso nuovi affascinanti e profondi mondi sotterranei che porterebbero ulteriore prestigio, da un punto di vista naturalistico e sportivo, alle foreste del Cansiglio.

Sono state ridiscese la tristemente nota “Bus della Lum,” il “Bus del Capriolo”, l’”Abisso X “e tante altre cavità scoprendo, in alcuni casi, nuove interessanti prosecuzioni che non erano state notate dagli esploratori del passato.

Ma le novità più interessanti sono venute dall’”Abisso del Col della Rizza”, dal “Bus della Genziana” e da un abisso sopra l’abitato Mezzomonte: la prima è la più profonda cavità della provincia Pordenonese se ed al cui fondo, a 800 metri di profondità, è stato rinvenuto un vero fiume sotterraneo che, si pensa, possa essere in comunicazione con le sorgenti del Gorgazzo-Santissima.
A quella quota ci sono ancora gallerie, allagate e non, che attendono di essere illuminate, per la prima volta, dalla tenue e fugace luce degli esploratori del sottosuolo, gli unici che possono documentare e studiare questi gioielli nascosti del nostro territorio.

Al “Bus della Genziana” sono proseguite le esplorazioni del Ramo degli Omini Verdi, dove sono stati risaliti nuovi impetuosi torrenti battezzati “Cansiglio Mon Amour” e “La Lunga Via d’Oriente” perché tagliano la piana da Ovest ad Est, direzione “Bus della Lum”.

Sopra l’abitato di Mezzomonte, poi, si apre una voragine di 60 metri, da sempre chiamata “Buselonghe”, che ha incuriosito immediatamente gli speleologi per la presenza di una forte corrente d’aria. Anche in questa cavità sono stati rinvenuti proseguimenti sia orizzontali che verticali che potrebbero condurre gli speleologi, negli anni a venire, fino a profondità di oltre mille metri.

Un particolare ringraziamento va alla Direzione Centrale Risorse Agricole Naturali Forestali e Montagna, Servizio Gestione Forestale, per la pronta accoglienza di tutte le richieste effettuate dagli Organizzatori.

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