Pensando di fare cosa gradita vi diamo la notizia di una bella esplorazione che si stà facendo nel bolognese ad opera di alcuni giovani esploratori che imbeccati dai più maturi del gruppo stanno portando avanti cose veramente notevoli.
Nel caso specifico la Grotta del Partigiano che congiunta con i Modenesi lo scorso anno, ha ricevuto le debite attenzioni su alcuni passaggi, per adeguarli alle nuove esigenze esplorative, poi un manipolo di giovanissimi ha iniziato ad usarla per migliorare le proprie tecniche d’armo e di risalita aggiungendo lentamente metri nuovi e possibilità di prosecuzione, poi, sabato scorso durante l’ennesima uscita per modificare gli attacchi di una risalita effettuata qualche settimana prima si intravede una bella finestra sul pozzo appena armato, che fà intravvedere una prosecuzione, ci sono ambienti nuovi che si rivelano, anche se fanno un pò faticare per raggiungerli, si risale in artificiale per altri 4-5 metri, si trova il passaggio per continuare, stiamo aggirando il pozzo appena risalito e siamo in un ambiente parallelo, si inizia a scendere, si vedono concrezioni, parte un meandro, ma alla fine chiude…invece nò con un calcio ben assestato, un passaggio appena accennato diventa percorribile, ci si assicura e si và, l’ambiente si presenta riccamente concrezionato, e per essere nel bolognese vi garantisco che già questa è una bella cosa da vedere, verso il basso si apre il passaggio sempre percorribile e il resto della squadra rimasta all’inizio del meandro prova di vedere eventuali luci che fuoriescono da fessure o passaggi bassi, nulla passa, però i sassi rotolano e la stima è sui dieci metri, abbiamo finito la corda dobbiamo rientrare- Ritorniamo all’ambiente principale per capire dove siamo finiti e da una finestra che si apre nel vuoto con un armo un pò elaborato e la corda recuperata, Roberto inizia a scendere, all’ultimo metro di corda disponibile arriva su di un piano stabile, si guarda intorno ed è su un piano pensile circondato dal “vuoto” a raggera partono sottili lingue di gesso, “Candele”, che lo congiungono alle pareti del pozzo, stiamo parlando di diametri di almeno 10-15 metri, sotto i piedi ad ancora una decina di metri di distanza C’è un salone che si dirama, alle spalle una colata di concrezioni veramente notevole con alla base una galleria di dimensioni ragguardevoli, i pozzi trovati oltre che continuare a scendere hanno anche risalite da effettuare, in alto vanno ancora parecchio e qualche “occhio” si vede.
L’ambientazione è molto particolare le esclamazioni si sprecano ma purtroppo il materiale è finito e sono già 11 ore che siamo dentro, iniziamo a rientrare ma la mente è già a preparare la prossima uscita.
Roberto, Matteo, Luca, Lorenzo.

Ci tenevamo a farvi partecipi di questa storia che stà dando risultati non proprio inaspettati ma che attendevano da troppi anni e con la determinazione e la forza di alcuni giovani esploratori possiamo dire di aver stappato un mondo nuovo, era tempo che non succedeva nella nostra area e per noi del GSB-USB è motivo di soddisfazione soprattutto avere dei giovani con del talento e della caparbietà.

Michele

Di

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