Il Gruppo Speleologico Utec Narni ha portato avanti un progetto di riesplorazione e mappatura con Laser e tecnologia Lidar degli acquedotti presenti nel sottosuolo di Montefiascone, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la sovrintendenza archeologica della Tuscia.

In occasione delle recenti esplorazioni, il presidente del gruppo, Virgilio Pendola, è stato intervistato da Gianluigi Monaldi per il notiziario ‘La Scintilena’ per conoscere i risultati ottenuti e i progetti futuri.

La scoperta di antiche cavità e resti animali intrappolati nello strato piroclastico ha aperto nuove prospettive di ricerca e valorizzazione del territorio. Scopriamo di più nell’intervista:

Quali sono le tue impressioni sulle esplorazioni e la mappatura in 3D degli acquedotti presenti nel sottosuolo di Montefiascone?

-Secondo me la cosa più interessante è la possibilità di utilizzare nuovi strumenti per fare rilievi 3D, questo ci ha permesso anche di verificare l’accuratezza delle informazioni a disposizione dell’amministrazione comunale e di collegare l’aspetto superficiale/stradale al sottosuolo. Altro aspetto importante è stato il contatto con la sovraintendenza archeologica della Tuscia che sta sostenendo il nostro lavoro e che speriamo possa portare a nuove collaborazioni in altri siti.

-Come è nata la collaborazione tra il Gruppo Speleologico Utec di Narni e il Comune di Montefiascone per la mappatura degli acquedotti?

-Tutto è nato dall’interessamento dell’amministrazione comunale nella persona dell’assessore A. Merlo che è entrato in contatto con un vecchio socio del gruppo attualmente residente a Montefiascone, Maurizio Fuccello è sempre stato pieno di iniziativa e inventiva e anche in questa occasione non si è tirato indietro ed ha coinvolto l’Utec che da molti anni si occupa di cavità artificiali.

-Quali sono le difficoltà che il tuo gruppo ha incontrato durante le esplorazioni degli acquedotti?

-Data l’esperienza acquisita in più di quarant’anni di ricerca ed esplorazione delle cavità artificiali devo dire che non abbiamo riscontrato grosse difficoltà, l’unico aspetto da sottolineare e quello dell’accesso ad alcune cavità che si aprono in proprietà privata ma grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale e dei proprietari non abbiamo ricevuto nessun diniego.

-Quali sono i risultati più interessanti che avete ottenuto finora?

-Sicuramente la riesplorazione dei tre acquedotti che, alla luce dei fatti, sembrano conservare ancora una certa storia antica e soprattutto la scoperta in un cunicolo di ossa di più animali intrappolate nello strato piroclastico che sono in fase di studio attualmente.

-Come pensate di utilizzare le informazioni raccolte sulla mappatura degli acquedotti?

-Abbiamo l’ambizione di realizzare, in collaborazione con l’amministrazione comunale, una pubblicazione per valorizzare le risorse del territorio.

-Quali sono i progetti futuri del Gruppo Speleologico Utec di Narni riguardo alle esplorazioni degli acquedotti?

-Abbiamo in mente di ampliare la ricerca di eventuali ipogei artificiali e le esplorazioni all’intero territorio della Tuscia, a tal proposito abbiamo iniziato le prime ricognizioni a Grotte di Castro e a Soriano nel Cimino, confidando nella stessa sensibilità delle amministrazioni comunali dimostrata da Montefiascone e dalla sovraintendenza.