Gli studiosi della Pennsylvania sperimentano l’abbassamento delle temperature per preservare le popolazioni di pipistrelli

In un’importante ricerca volta a migliorare l’habitat invernale dei pipistrelli, gli scienziati stanno testando una soluzione sorprendentemente semplice: raffreddare le miniere abbandonate.

La sindrome del naso bianco ha decimato le popolazioni di pipistrelli in Nord America, uccidendo oltre il 90% di alcune specie.

Il fungo responsabile di questa malattia mortale, il Pseudogymnoascus destructans, prospera a temperature comprese tra i 46 e i 57 gradi Fahrenheit, con una crescita più lenta quando fa più freddo.

Ora, ricercatori della Pennsylvania stanno testando il raffreddamento degli habitat per rallentare la diffusione del fungo.

Il biologo della Pennsylvania Game Commission, Greg Turner, ha guidato un esperimento insieme agli scienziati di BCI per raffreddare le miniere abbandonate e valutare la risposta dei pipistrelli.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, raffreddare le miniere abbandonate non significa trascinare un enorme condizionatore d’aria per abbassare la temperatura della grotta.

Piuttosto, le modifiche apportate creano una serie di microclimi in modo che i pipistrelli possano scegliere dove desiderano ibernarsi.

Poiché l’aria fredda tende a scendere, i ricercatori hanno scelto miniere e grotte abbandonate che in precedenza erano inadatte ai pipistrelli, apportando modifiche per creare sistemi di raffreddamento naturali.

Costruendo cumuli di terra di fronte alle entrate, si è bloccato il flusso d’aria, consentendo però ai pipistrelli di entrare e uscire liberamente dalle miniere.

L’aria più fredda veniva intrappolata all’interno, stabilendosi nelle zone più basse e spingendo l’aria più calda verso l’alto.

Inoltre, sono state create aperture sulla parte superiore delle miniere per consentire all’aria calda di salire ed uscire, mentre l’aria più fredda veniva intrappolata in zone in cui il fungo non poteva incubare altrettanto bene.

Turner e i suoi colleghi hanno pubblicato un articolo su Conservation Biology nel 2022, concentrandosi su cinque miniere e grotte, oltre a un tunnel ferroviario abbandonato, che sono stati tutti modificati per creare microclimi più freschi.

Hanno inoltre studiato 25 zone sotterranee non modificate.

Hanno scoperto che i pipistrelli endemici, come il pipistrello bruno (Myotis lucifugus), preferiscono siti un po’ più freddi rispetto alle loro scelte di ibernazione precedenti, quando hanno la possibilità di farlo.

Anche pipistrelli come il pipistrello dal lungo orecchio settentrionale (Myotis septentrionalis), il pipistrello bruno grande (Eptesicus fuscus) e il myotis dal piede piccolo orientale (Myotis leibii) preferiscono aree più fresche (tra i 37 e i 43 gradi Fahrenheit) rispetto a quelle più calde (tra i 44 e i 51 gradi Fahrenheit).

Per i pipistrelli è una sfida delicata trovare l’area giusta per ibernarsi. Se fa troppo freddo, si sveglieranno più frequentemente, consumando troppa energia fino alla morte per inedia.

Se fa troppo caldo, il fungo crescerà più velocemente, facendoli svegliare più spesso e costringendoli a consumare troppa energia fino alla morte per inedia.

La speranza è che i pipistrelli possano abitare un’area “giusta” che non sia né troppo fredda né troppo calda, per offrire loro una possibilità di sopravvivenza durante l’inverno.

Fonte: https://www.batcon.org/turning-down-the-temps-for-bats/

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