Sabato e domenica è stata effettuata l’operazione “ghiacciaio tricolore”…
Nata da una collaborazione con il SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana) di Lugano e dal Progetto Speleologia Glaciale, finalmente siamo riusciti a concretizzare l’idea di una colorazione al ghiacciaio del Morteratsch.
Lo scopo era quello di farsi un’idea, in base ai tempi di arrivo e alla curva di restituzione, dello sviluppo del reticolo di drenaggio endo e subglaciale, e verificare l’eventuale presenza di bacini o laghi endo e subglaciali (potenzialmente pericolosi per il rischio di un’istantanea liberazione di grandi quantità d’acqua, e conseguente piena, in caso di rottura delle soglie che li sostengono).
L’idea era di immettere due traccianti diversi in due punti diversi: uno in un mulino sulla lingua del Pers, l’altro nella parte alta del Morteratsch (che confluiscono nella parte bassa).
Dopo le misure di portata della scorsa settimana, necessarie per calcolare la quantità di traccianti da usare, ci ritroviamo sabato mattina Mauro (Inglese) ed io, Silvano (Franchi) del GG Milano, Andrea (Ferrario), Margherita (Uboldi) del GG Saronno, Paolo (Testa) del GG Cai Varallo, e Ursula del GG Como (scusa Ursula, non so il tuo cognome!!!) con Sebastian Pera del SUPSI e la moglie Monica. Il tempo uggioso e piovigginoso, che ci accompagnerà per tutta la giornata, mette a dura prova la nostra forza di volontà, ma, con un incredibile spirito di abnegazione e di squadra, tutti siamo concordi che… ormai siamo in ballo, e balleremo!
Subito bagnati come pulcini prima ancora di partire, carichiamo quindi di tutti gli strumenti (due fluorimetri con relativi cavi e scatoloni dei data logger, la valigia del Salinomadd per la misura della portata, secchi e bidoni per diluire i traccianti, il sale per le misure di portata, e la valigia del tromografo per un esperimento sulla misura dello spessore del ghiaccio, ecc…).
Una squadra (Andrea, Margherita e Paolo) sale in funivia al Diavolezza, e da lì raggiungerà, nebbia permettendo, il ghiacciaio del Pers per immettervi 150 gr di rodamina (la varietà G, non (troppo) tossica), la seconda squadra (Mauro, Silvano e Ursula), dopo aver dato una mano a trasportare alla fronte tutti gli strumenti (grazie alle possenti spalle di Silvano!), sale velocemente alla parte alta del Mortertasch, per ritrovare il Mostro, o un mulino equivalente, per immettervi 300 g di fluoresceina, mentre io e Sebastian rimaniamo alla fronte per sistemare la strumentazione e misurare ancora una volta la portata, per poter (si spera) calcolare la diluizione e la percentuale di recupero del tracciante.
Immediatamente, ci si pone il problema che la quantità d’acqua è almeno doppia rispetto alla settimana prima: le temperature sono elevate, lo zero termico è dato a 3600 m, le quantità di acqua che escono dalla fronte sono quelle di piena estate… fortunatamente, Sebastian ha abbondato con i traccianti (rispetto alla quantità calcolata in base alla portata della scorsa settimana), ma la torbidità è elevatissima, e potrebbe falsare le misure… speriamo bene!!
Inquietanti brontolii, neanche troppo lontani, annunciano una serie frane dalle morene laterali, innescate da torrenti mai visti che sgrondano dovunque dalle pareti…
Facciamo alcune misure di portata (e qui verifichiamo che siamo passati dai 1700 l/s della scorsa settimana a 3700 l/s… la salinità dell’acqua è praticamente 0, la temperatura è di 0.4 ° C: è in atto una fusione massiccia su tutto il ghiacciaio… un dato inquietante, a fine settembre…), e finalmente via radio arriva la notizia che le due squadre sono riuscite a raggiungere i punti di immissione (nonostante la pioggia e la nebbia…) e che i traccianti sono stati versati… dai racconti delle due squadre addette all’immissione, l’operazione deve essere stata assolutamente spettacolare, con i torrenti delle due bédière, rispettivamente, di un bel rosso vivo e un bel verde fluo!! Sebastian ed io siamo curiosissimi di vedere le foto e i video: quando li vedremo, saremo molto invidiosi… deve essere stato, sul ghiaccio bianco, uno spettacolo davvero impressionante! (lascio all’entusiasta Marghe, a Ursula e a Silvano raccontare “dal vivo” la loro emozione! Silvano era talmente entusiasta, che, nell’impeto, ha lanciato pure il secchio, insieme alla fluoresceina!!!)
Facciamo anche una prova con il tromografo, che, sul principio della propagazione delle onde sismiche con velocità diverse a seconda del mezzo che attraversa, dovrebbe essere in grado di misurare lo spessore del ghiaccio. Oggi è solo una prova per tarare lo strumento: essendo relativamente nuovo, non si hanno ancora dati sulla velocità nel ghiaccio, quindi è necessario trovare un posto dove poter conoscere lo spessore del ghiaccio: un piccolo mulino che raggiunge il substrato fa al caso nostro! Torneremo poi, con i dati sulla velocità, per verificare se la misura dello spessore è esatta.
Nel frattempo, rientra la squadra del Morteratsch, gelata e bagnata fino alle mutande, come noi alla fronte, del resto, ma tutti soddisfatti: le condizioni meteo non facevo proprio sperare nella buona riuscita dell’impresa!
Lasciamo i fluorimetri in posto, e torniamo alle auto, con Sebastian in pena per i suoi strumenti, che già immagina spazzati via dalla piena che, se continua a piovere e a far caldo, forse arriverà davvero!
Inizialmente, avevamo previsto di dormire al campeggio, ma… siamo tutti d’accordo nel dirottarci al più accogliente e asciutto “Ospizio Bernina” (che, a dispetto del nome, è un posticino carino, con belle stanzette di legno e caldi piumoni, e, soprattutto, prezzi relativamente modici… per essere in Svizzera!!)

Asciugati e riscaldati, il giorno dopo, con qualche timida occhiata di sole che ci permette di intravedere il Bernina, ritorniamo alla fronte, per riprendere gli strumenti: dopo un’ultima misura di portata, mentre Ursula prova l’emozione di scendere il suo primo mulino (sporco e piccolo, ma sufficiente a destare il suo entusiasmo!) riportiamo tutte le attrezzature alla macchina: per avere il responso dei fluorimetri, purtroppo, dovremo aspettare lunedi mattina, quando Sebastian potrà scaricare i dati in Università… così ce ne torniamo a casa curiosi e trepidanti.
Finalmente, questa mattina la chiamata di Sebastian: i traccianti sono usciti entrambi, nonostante la torbidità ben al di sopra dei limiti operativi degli strumenti! Viste le condizioni difficili in cui hanno lavorato gli strumenti, per la “pulizia” della curva dal rumore di fondo della torbidità i dati sono stati inviati a Neuchatel, dal costruttore dei fluorimetri. Nei prossimi giorni speriamo ci possa fornire una curva abbastanza pulita da poterci permettere di elaborare qualche ipotesi sulla rete di drenaggio endo e sottoglaciale (il prof. Bulat Mavlyudov di Mosca, che, per chi non lo conoscesse, è uno dei massimi esperti di grotte glaciali, si è offerto di darci una mano a interpretare le curve, quindi speriamo di poter presto dire cosa il ghiacciaio ci ha raccontato!!

Un’ultima considerazione: è stato un lavoro di squadra molto bello e “intenso”, interessante e anche divertente, ed è stato possibile soltanto grazie alla determinazione e all’abnegazione di tutti, perchè, viste le pessime condizioni meteo, bastava che uno soltanto di noi avesse dato forfait, per mettere in discussione la buona riuscita dell’operazione… quindi, grazie di cuore ad Andrea, Margherita, Mauro, Paolo, Silvano e Ursula (in ordine alfabetico!!) e, naturalmente, a Sebastian e alla moglie Monica (oltre che al SUPSI per averci messo a disposizione tutti gli strumenti e le attrezzature).

Ciao a tutti!!

Paola Tognini – Gruppo Grotte Milano

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