L’80% dell’acqua potabile svizzera proviene dalle acque sotterranee, dove sono state rilevate tracce di PFAS in quasi la metà dei campioni analizzati.

In Svizzera, l’Ufficio federale dell’ambiente ha condotto prelievi e analisi in 500 stazioni di misurazione delle acque sotterranee nel corso del 2021.

I risultati hanno rivelato la presenza di tracce di per- e polifluoroalchilici, noti come PFAS, in quasi il 50% dei campioni esaminati.

Queste acque sotterranee rappresentano la fonte dell’80% dell’acqua potabile utilizzata nel Paese.

È importante sottolineare che i valori limite sono stati superati in un solo caso, specificamente nel pozzo Prà Tiro, situato nell’estremo sud del Ticino.

Questo caso era già noto da alcuni anni e sono state adottate misure per evitare che queste sostanze, in particolare il PFOS, entrino nella rete idrica.

Tuttavia, è necessario precisare che attualmente le norme vigenti stabiliscono limiti massimi compresi tra 0,3 e 0,5 microgrammi per litro per tre singole sostanze.

Per le altre non sono previsti limiti specifici, nonostante il tema sia stato affrontato più volte a livello politico.

Gli esperti hanno individuato 26 PFAS nei campioni analizzati, appartenenti a 13 diverse sostanze.

Il valore limite attualmente in vigore nell’Unione Europea, pari a 0,1 µg/l per la somma di 20 PFAS nell’acqua potabile, è stato superato in meno del 2% delle stazioni di misurazione NAQUA.

Allo stesso modo, il valore proposto dalla Commissione europea di 0,0044 µg/l per la somma ponderata di 26 PFAS diverse nelle acque sotterranee è stato superato nel 25% dei campioni.

Le PFAS sono sostanze chimiche organiche completamente o parzialmente fluorurate.

Grazie alle loro proprietà idro- e liporepellenti, nonché alla loro stabilità termica e chimica, vengono utilizzate in numerosi prodotti per la casa, l’artigianato e l’industria.

Trovano impiego nella produzione di schiume ignifughe, impregnanti, imballaggi alimentari idro- e liporepellenti, padelle antiaderenti, indumenti traspiranti e sciolina.

Si tratta di una categoria di sostanze composta da diverse migliaia di composti chimici che persistono nell’ambiente per lungo tempo.

Alcuni di questi composti sono ormai vietati, come il PFOS, che è proibito in Svizzera dal 2011, ad eccezione di casi eccezionali, ma è stato quello riscontrato più frequentemente nei test.

La presenza diffusa di tracce di PFAS nelle acque sotterranee svizzere solleva preoccupazioni, sebbene i valori limite siano stati superati solo in un caso isolato.

È necessario continuare a monitorare attentamente la qualità delle acque potabili e ad adottare misure per proteggere la salute pubblica e l’ecosistema idrico.

Fonte: https://www.rsi.ch/info/svizzera/PFAS-in-quasi-la-met%C3%A0-delle-acque-sotterranee–1906078.html

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *