Una collaborazione tra archeologi francesi e iraniani porta alla luce nuove prove di occupazione umana preistorica nella grotta di Qaleh Kurd
Un team di archeologi francesi e iraniani ha scoperto prove di insediamento umano preistorico nella regione del Plateau Centrale dell’Iran, estendendo la timeline di occupazione umana nella zona di oltre 300.000 anni.
La scoperta, avvenuta nella grotta di Qaleh Kurd a Qazvin, include un dente deciduo umano e un ricco assortimento di materiali litici e faunistici, fornendo nuove informazioni sulle migrazioni e interazioni umane nella regione in epoca preistorica.
Il Plateau Centrale iraniano, circondato dalle montagne di Alborz e Zagros, è un’area archeologica critica a causa della sua posizione strategica al crocevia tra il Levante, il Caucaso, l’Asia Centrale e l’Asia Orientale.
Questa posizione è storicamente servita come corridoio vitale per la migrazione e l’interazione umana durante l’epoca del Pleistocene.
Il progetto paleoantropologico congiunto tra Francia e Iran si è concentrato sulla grotta di Qaleh Kurd, situata sul bordo occidentale del Plateau Centrale vicino alle montagne di Zagros.
Gli scavi nella grotta hanno rivelato che essa è stata occupata da umani tra circa 452.000 e 165.000 anni fa, un periodo che precede le prove precedentemente conosciute di insediamento umano nella zona, risalenti a circa 80.000 anni fa.
Al centro di questa scoperta c’è un dente deciduo umano del primo molare superiore, trovato nella parte superiore della sequenza del Pleistocene Medio.
Questo dente, insieme a una collezione diversificata di strumenti litici e resti faunistici, indica che la grotta è stata occupata ripetutamente da culture del Paleolitico Medio.
L’assemblaggio faunistico, composto principalmente da ossa di cavallo, mostra ampie prove di macellazione.
Le scoperte nella grotta di Qaleh Kurd suggeriscono connessioni culturali con assemblaggi contemporanei nel Caucaso e nel Levante, e con culture del Paleolitico Medio successive nella regione di Zagros.
Questa scoperta arricchisce la nostra comprensione dell’evoluzione umana durante il Pleistocene Medio e sottolinea l’importanza del Plateau iraniano come crocevia per le popolazioni umane antiche che si muovevano tra il Levante, il Caucaso, l’Asia Centrale e l’Asia Orientale.
Con 27 siti, l’Iran è tra i primi 10 paesi con il maggior numero di siti del patrimonio culturale sulla lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO e rimane un punto focale per la ricerca archeologica e gli sforzi di conservazione.
Sebbene continuino a essere fatte scoperte significative, la conduzione di ricerche archeologiche nella regione non è priva di sfide.
L’instabilità politica, problemi logistici come restrizioni sui visti e fattori ambientali come l’aumento delle piogge rappresentano minacce per i siti archeologici.
Nonostante le sfide, ogni scoperta, come il dente umano di 450.000 anni fa nella grotta di Qaleh Kurd, conferma il ruolo vitale della regione nel mosaico della storia umana.
Fonte: Vahdati Nasab, H., Berillon, G., Hashemi, S.M. et al. (2024). Qaleh Kurd Cave (Qazvin, Iran): Oldest Evidence of Middle Pleistocene Hominin Occupations and a Human Deciduous Tooth in the Iranian Central Plateau. J Paleo Arch 7, 16. doi:10.1007/s41982-024-00180-4