La Grotta del Bel Torrente è una delle più importanti risorgive del Golfo di Orosei in Sardegna.
Ad agosto 2019, sono stati rilevati ulteriori 1000 metri, portando la grotta a 8,6 km misurati, inoltre sono stati esplorati altri 1500 metri, per uno sviluppo stimato di 10 km .

Grotta del bel Torrente
Sardegna, Hubert Zistler alla Grotta del Bel Torrente, foto di Witold Hoffmann

La Grotta del Bel Torrente è una delle più importanti risorgive del Golfo di Orosei in Sardegna.
Qui, in questa costa caratterizzata da un impagabile scenario fatto di alte falesie e bianche spiagge formatesi alla fine di profondi canyon (Codule in sardo), si aprono le grotte sommerse tra le più profonde e lunghe di tutto il Mediterraneo, veri e propri estuari sotterranei.
Il Bel Torrente fu esplorato all’inizio degli anni 70 del secolo scorso dal famoso speleosubacqueo tedesco Jochen Hasenmayer, la cui sagola guida in acciaio è l’unica testimonianza delle sue esplorazioni. In seguito, negli anni 90, fu riscoperta da Axel Mahler e Wolfgang Morlock che in quella grotta condussero numerose esplorazioni anche in collaborazione con Leo Fancello (partner di esplorazione di Malher) e altri speleosub sardi. Il primo rilievo di circa 1000 m fu pubblicato a cura della Scuola nazionale di Speleologia Subacquea della SSI nel 2002 (con il direttore Leo Fancello, Alessio Fileccia e Mario Mazzoli); in quell’occasione furono scoperti anche dei resti ossei appartenenti alla foca monaca, frequentatrice della grotta. Dal 2003 al 2005 nella Risorgenza operarono gli speleosub tedeschi del HFGOK (Höhlenforschungsgruppe Ostalb-Kirchheim) che mapparono complessivamente oltre 2900 m.

In seguito, a partire dal 2016, si sono cimentati nell’esplorazione dell’importante grotta altri speleosub tedeschi, organizzando dei complessi campi interni post sifone, durati più giorni.

Protagonisti assoluti di queste esplorazioni sono stati Hubert Zistler (responsabile rilievo), Thorsten Waelde (responsabile progetto) e vari amici (tra cui Rick Stanton, Sebi Kuster, Witek Hoffmann ed altri).

Dal 10 al 13 agosto 2019 una squadra composta da Hubert Zistler e “Toddy” Thorsten Waelde ha continuato le ricerche dal punto dove furono sospese nel 2017 dallo stesso Hubert Zistler e da Sebi Kuster.

I due speleosub hanno trasportato oltre una impegnativa serie di tratti sommersi, ben 200 kg di attrezzature tra trapano, corde, attrezzature speleo, attrezzature sub, materiale da bivacco e cibo.

Le nuove parti rilevate ed esplorate sono ubicate in una zona denominata Lo Smilzo, caratterizzata da impegnative arrampicate in artificiale, stretti e fangosi cunicoli e persino pozzi. Ulteriori ricerche ed esplorazioni portano a scoprire il collegamento tra la zona denominata Stairway to Heaven, inizialmente esplorata da Witek e Tim nel 2016, con Lo Smilzo.

Ulteriori esplorazioni e rilievi vengono condotti nelle parti alte scoperte da Witek e Tim nel 2016.

Con le nuove esplorazioni e i nuovi rilievi effettuati da Hubert e Thorsten, la grotta ha raggiunto il ragguardevole sviluppo di 8,6 km, di cui ben 1000m rilevati in questi tre intensi giorni di Agosto 2019.

Hubert valuta che siano stati esplorati, ma non ancora rilevati, ulteriori 1500 m circa.

(* Si ringrazia Hubert Zistler per il dettagliato report. Per maggiori info :www.supramonte-exploration.com)

Perché gli scopritori la chiamarono “Bel Torrente”
(Da un articolo di Wolfgang Morlock e Axel Mahler con prefazione di Leo Fancello, pubblicato su Sardegna Speleologica n.8 del 1995)

“L ‘individuazione del sistema sommerso è stata possibile grazie alle abbondanti e inusuali piogge del mese di agosto, che hanno attivato la risorgenza rendendola visibile agli attenti esploratori. La tipologia carsica è molto simile a quella del ramo nord della grotta del Bue Marino, con limitata profondità e brevi sifoni intervallati da lunghi laghi. Negli anni Trenta/Quaranta un vecchio pastore di Dorgali aveva notato che in corrispondenza di quella che oggi può considerarsi una delle più importanti risorgenti del Golfo, in seguito a forti piogge, vi sguazzava a lungo un numero incredibile di foche monache […]

La profondità della grotta era tra i 3 e gli 8 m; tra l’acqua salata e l’acqua dolce vi era una nettissima separazione e quest’ultima presentava uno spessore potente 2 m. La temperatura dell’acqua dolce era di 16° mentre quella dell’acqua salata era di 23°. La grotta, della larghezza di 6 m si sviluppa prevalentemente in direzione sud, con piccoli tratti non rettilinei. Ai sifoni si alternano lunghi laghi che si percorrono nuotando in superficie. In uno di questi si trova una grande e spettacolare colata concrezionale che dal soffitto si immerge nell’acqua; lungo questa è presente una cascata. Il 24.08.95 abbiamo interrotto le esplorazioni perché durante un’immersione la corrente è aumentata improvvisamente, tanto da impedirci di andare avanti e spingendoci addirittura fuori. La corrente era maggiore di 6/ 7 Km/ h e l’acqua dolce scorreva come un torrente sopra lo strato immobile di acqua salata. Simultaneamente la visibilità, che fino a quel momento si era mantenuta ottima, è scesa a pochi cm. La bella formazione concrezionale summenzionata e la potente corrente ci ha indotto a chiamare la grotta: Grotta del Bel Torrente. Le piogge scese nelle zone interne del Golfo di Orosei hanno attivato la risorgente in un lasso di tempo pari a 1-2 ore; in quel momento essa riversava a mare una quantità d’acqua più potente di quella scaricata dalla Risorgenza di Cala Luna e dalla Grotta del Bue Marino.”

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