Un censimento difficile ma prezioso per preservare la memoria storica

Un lavoro di censimento lungo e complesso ha portato alla luce ben 199 trincee risalenti alla seconda guerra mondiale nella Vena del Gesso romagnola, situate lungo il tratto della Linea Gotica che va da Monte “La Pieve” fino a Monte Mauro.

Questo importante progetto è stato sviluppato dalla Federazione speleologica regionale dell’Emilia-Romagna (Fsrer), dalla sezione di Imola del Club alpino italiano, dallo Speleo Gam Mezzano e dal Gruppo speleologico faentino, in collaborazione con il Parco regionale della Vena del Gesso romagnola.

Le trincee, identificate in quasi tutta la Vena del Gesso romagnola, tra cui Monte La Pieve, Monte dell’Acqua Salata, Monte Penzola, Rupe di Tossignano, Riva San Biagio, Monte San Carlo/Monte del Casino e Monte Mauro, erano utilizzate durante la ritirata verso nord delle truppe nazi-fasciste, causata dall’avanzata degli alleati nell’inverno del 1944/45.

Il numero e la densità di queste trincee testimoniano l’intensità e la durata del conflitto in quest’area.

Il censimento, non privo di difficoltà, ha richiesto circa cinquanta uscite sul posto.

Le trincee, spesso nascoste tra la vegetazione o parzialmente crollate, hanno richiesto un’accurata analisi e studio per essere identificate e mappate.

Alcune di esse sono state scoperte grazie alla collaborazione di residenti locali, che hanno fornito testimonianze preziose sulla loro esistenza e ubicazione.

I ritrovamenti all’interno di queste trincee, tra cui schegge, bossoli, proiettili e alcune suppellettili, confermano che esse siano effettivamente riferibili al secondo conflitto mondiale.

Oltre alle trincee, durante il censimento sono stati scoperti anche altri reperti interessanti, come tratti di pareti di antiche case, muretti a secco e alcune grotticelle di origine tettonica.

In particolare, nei gessi a ovest di Monte Penzola, area poco conosciuta, sono stati trovati i resti di una casa con la presenza di reperti di epoca romana.

Gran parte del materiale bellico rinvenuto è stato raccolto dai residenti dopo la guerra, mentre i proiettili da artiglieria pesante inesplosi sono stati recuperati dagli artificieri dell’esercito e fatte brillare in sicurezza.

Alcuni buchi da artiglieria pesante sono ancora visibili in piena parete, con una forma ad imbuto profonda circa un metro e larga altrettanto.

Alla base delle pareti sono stati trovati vari sottoroccia protetti da muretti a secco e grotte che venivano utilizzate dagli sfollati, abitanti della zona che cercavano di fuggire dai bombardamenti e dai rastrellamenti, fermandovisi per mesi.

Il censimento di queste trincee ha permesso di preservare la memoria storica di quest’area e di renderla accessibile al pubblico, affinché possa essere studiata e apprezzata da chiunque sia interessato alla storia della seconda guerra mondiale.

In futuro, alcune di queste trincee potrebbero essere ripristinate e riportate alla loro forma originale, per far comprendere l’importanza del sito e degli avvenimenti storici accaduti.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema, il Parco regionale della Vena del Gesso romagnola, in collaborazione con la Fsrer e il Cai di Imola, ha organizzato una conferenza pubblica presso la sala multimediale della Rocca di Riolo Terme (Ra) nel 2022.

Sempre nel 2022, su proposta dell’assessore con delega al Parco Vdg, è stata accolta una tesi di laurea da uno studente dell’università di Bologna, in fase di realizzazione.

Fonte: https://www.facebook.com/share/Ci5krL4yRbHVkz7L/?mibextid=WC7FNe

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