Pochi giorni fa é scomparso lo speleosub Daniel Hutnan, a seguito di un malore dopo un’immersione. Tra le sue esplorazioni più famose, il complesso carsico del Supramonte Orientale in Sardegna. Il commosso ricordo dell’amico e compagno di esplorazioni Leo Fancello

Danile Hutnan Su Molente
Daniel Hutnan in immersione a Su Molente, in Sardegna

Il 26 giugno scorso, a seguito di un malore dopo un’immersione, è morto Daniel Hutnan.
E’ estremamente difficile ricordare un caro amico con poche righe di circostanza. Soprattutto quando gli occhi si velano di lacrime a stento trattenute.
Daniel era uno degli speleosub più forti al mondo e le sue imprese leggendarie sono scolpite nelle pareti di roccia di mille gallerie sommerse da lui esplorate, in Messico e in Europa.

Con i suoi fortissimi compagni di avventura, di cui ricordo Karol, Mira, Jan, Radoslav, ha esplorato sistemi carsici estesi e incredibilmente complicati, come il sistema K’oox Baal in Messico con i suoi 75 km o le Grotte del Bue Marino e la Risorgenza di Cala Luna in Sardegna.

Ci conoscemmo oltre vent’anni fa in occasione delle solite esplorazioni che conducevamo senza interruzioni dal 1989 assieme ai suoi connazionali nelle grotte del Bue Marino. Sin da subito capii che davanti a me c’era una nuova squadra di fortissimi speleosub della repubblica Ceka, e Daniel ne era il leader indiscusso. Un leader assolutamente carismatico, umile e disponibile, incredibilmente rispettoso delle ragioni degli altri, con una rara capacità organizzativa e una sempre chiara visione complessiva dei problemi esplorativi. Nacque subito una grande amicizia.

Ogni anno, in primavera e autunno, con la sua squadra e noi sardi aggiungevamo tasselli su tasselli a quello che poi sarebbe diventato il Complesso Carsico del Supramonte Orientale, attualmente il più esteso d’Italia con i suoi 73 km.

Daniel non ha mai mancato di farci avere gli aggiornamenti cartografici o le novità esplorative, corredate di foto e filmati, in tempo reale, spesso coadiuvato dal figlio Martin che ben conosce l’italiano, dimostrando una disponibilità e uno spirito collaborativo raro a trovarsi negli ambienti speleologici. Sempre sorridente e pronto alla battuta, incontrarlo era sempre una festa.

Ripercorrendo con tristezza quegli anni, posso affermare senza dubbio che Daniel è stato un riferimento per tutti noi speleosub sardi, ci ha insegnato tanto anche solo con l’esempio o con grandi e piccoli quanto importanti consigli. Avevamo ancora così tanti progetti in cantiere…

Lo voglio ricordare con due episodi.

Il primo risale a circa dieci anni fa, durante le immersioni nella grotta Su Molente. Risalire con le attrezzature subacquee sulle spalle dalla Codula Ilune verso le auto (350 m di dislivello su una pietraia feroce) era un vero inferno per tutti. Noi sardi al massimo potevano trasportare due bombole da sette litri e poco altro. In quell’occasione, Daniel si caricò TUTTA la sua attrezzature in un unico gigantesco zaino, pesantissimo, e risalì la ripida pietraia senza un lamento, affaticato ma sempre sorridente. Un Grande.

Il secondo episodio risale a tre anni fa. Daniel ripercorse con Miroslav Manhart i 40 sifoni del ramo Nord della Grotta del Bue Marino (circa sette km), i due raggiunsero il punto terminale del 1993 dove si fermarono Slezak e Benysek (esplorazione che con i mezzi dell’epoca aveva del fantascientifico), continuando ben oltre, fino allo sfinimento fisico, aggiungendo ancora centinaia di metri al rilievo.

Daniel era un GRANDE che ha lasciato un vuoto immenso tra gli amici e nella sua famiglia.
A me restano splendidi ricordi di un caro amico e tante e tante mappe della grotta del Bue Marino e della Risorgenza di Cala Luna, mirabilmente disegnate dalla figlia Anna. Conservo gelosamente anche la sua Relazione esposta al Convegno speleosub di Cala Gonone. Nella mia libreria un posto particolare è occupato dalle sue pubblicazioni: “ A quest for the Secret of Xibalba” sulle esplorazioni in Messico; “La Grotta del Bue Marino” e il recente splendido Manuale di speleologia Subacquea “Cave Diving Manual”.

Tantissimo altro potrei raccontare di lui, ma il dolore é ora troppo grande e le parole restano aggrappate alla punta della penna. Addio Daniel.

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