La Conferenza e i Suoi Obiettivi

La 5ª Conferenza Internazionale SOS Proteus, tenutasi a Kranj, Slovenia, il 7-8 dicembre 2024, ha rappresentato un momento significativo per la discussione sullo stato di conservazione di Proteus anguinus e del suo habitat nelle acque carsiche sotterranee.

L’evento ha riunito esperti da tutto il mondo per condividere i risultati delle loro ricerche e discutere le sfide future per la conservazione di questo affascinante anfibio.

Complessità degli Ecosistemi Sotterranei

I risultati presentati durante la conferenza hanno evidenziato la complessità degli ecosistemi sotterranei.

Non solo Proteus anguinus, ma anche la varietà di specie che condividono il suo fragile habitat sono state al centro delle discussioni. Studi molecolari e genetici hanno rivelato una notevole biodiversità, con variabilità morfogenetica tra le specie presenti nei diversi bacini idrografici del Carso Dinarico.

Questo habitat è già contaminato da rifiuti tossici, inclusi microplastiche e microfibre, ed è minacciato dai cambiamenti climatici, che causano variazioni improvvise nel regime idrico.

Nuove Scoperte su Proteus anguinus

Uno studio condotto da Olivier Guillaume (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica, Francia) ha confermato l’emissione di suoni da parte di Proteus anguinus, un linguaggio “clik” e “bop” che invita a ulteriori ricerche.

Questo fenomeno era già stato riportato dai ricercatori pionieri nel XIX secolo ed era stato anticipato nel documentario del 2023 dell’artista Lily McCraith.

Il mondo delle acque sotterranee, così difficile da osservare, sembra aver trovato una voce per comunicare con noi.

Sensibilizzazione e Divulgazione Scientifica

La conferenza ha sottolineato l’urgenza di proteggere questo ecosistema vulnerabile attraverso la sensibilizzazione e la divulgazione scientifica.

Centri informativi come l’SOS Proteus Info Center di Kranj svolgono un ruolo cruciale nel mantenere autentica la conoscenza di questo mondo invisibile e affascinante.

La cooperazione tra i centri informativi su Proteus e i laboratori in Slovenia e in tutta Europa è essenziale per aumentare la consapevolezza pubblica e mantenere la conoscenza sul “pesce umano” con cui condividiamo la nostra dipendenza dalle acque sotterranee.

Supporto Istituzionale per la Biodiversità

L’apertura della conferenza è stata arricchita da un discorso della Presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica di Slovenia, la signora Urska Klakocar Zupancic, patrocinatrice onoraria dell’evento, che ha ribadito l’impegno del governo nella ricerca scientifica e nella preservazione del patrimonio culturale legato agli ambienti carsici.

Il Sindaco di Kranj, il signor Matjaz Rakovec, ha anche sottolineato la connessione tra cultura, scienza e natura, evidenziando l’importanza di una gestione ambientale consapevole per ridurre le emissioni che alterano il clima, un obiettivo che la comunità di Kranj sta perseguendo attivamente.

Partecipazione Internazionale

Durante i due giorni della conferenza, 83 autori e co-autori provenienti da 14 paesi hanno presentato 33 contributi scientifici.

I partecipanti includevano esperti nei campi della zoologia, genetica, biologia della conservazione, tecniche avanzate di raccolta dati, modellazione 3D e imaging.

I paesi rappresentati alla conferenza: Belgio, Cina, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Iran, Italia, Romania, Montenegro, Slovacchia, Slovenia, Regno Unito e USA.

Il ruolo attivo della Slovenia nella ricerca e nella conservazione del proteo è stato evidenziato dall’importante contributo dei ricercatori del Dipartimento di Biologia della Facoltà di Biotecnica dell’Università di Lubiana, come gli studi pionieristici nell’era genomica della ricerca sul proteo e la presentazione di Gregor e Magdalena Naparus Aljancic con coautori dello ZRC SAZU, che hanno attirato l’attenzione sull’impatto trascurato del Fronte Soca-Isonzo e sulla minaccia a lungo termine per le risorse di acqua potabile nel Carso.

Particolarmente importante è il crescente contributo dei ricercatori italiani, dalla lezione magistrale sulle future direzioni della ricerca sul proteo (Museo di Storia Naturale Nicola Bressi di Trieste), all’inquinamento da microplastiche dell’habitat del proteo (Valentina Balestra e colleghi Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture, Politecnico di Torino.), alla variabilità del proteo tra le popolazioni delle grotte e quelle di sorgente ai cicli circadiani (Valeria Messina, Stefano Lapadula e colleghi del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, Università degli Studi di Milano) alla discussione sollevata sull’importanza delle tecniche non invasive nella ricerca tassonomica del proteo e delle specie in via di estinzione (Edgardo Mauri e Stefano Pesaro, Speleovivarium “Erwin Pichl” Trieste, Università degli studi di Udine).

Note Aggiuntive

La conferenza ha reso omaggio alla figura importante del professor Andrej Mihevc, carsologo e geografo che è stato profondamente coinvolto nella condivisione internazionale della conoscenza speleologica.

È stato membro attivo dell’Unione Internazionale di Speleologia (UIS) e ha lavorato per far avanzare la speleologia slovena a livello globale.

Le sue ricerche spaziavano dalla geologia e speleologia delle grotte alla loro importanza archeologica, zoologica e ambientale, con la scoperta del proteo nero (Proteus anguinus parkelj) come uno dei suoi punti salienti.

È stato una pietra miliare dell’iniziativa SOS Proteus fino all’edizione del 2022.

La conferenza ha premiato i seguenti ricercatori senior per il loro contributo alla ricerca e alla conservazione di Proteus: il carsologo Prof. Andrej Mihevc (postumo, per la scoperta del proteus nero), la biologa Marija Aljan?i? (per i suoi 60 anni di ricerca e lavoro di conservazione presso il Laboratorio della Grotta di Tular, Slovenia) e il signor Edgardo Mauri (Speleovivarium Erwin Pichl Trieste, Italia; per molti anni di lavoro dedicato alla conservazione del Proteus e del Carso, educazione pubblica e promozione della collaborazione scientifica internazionale).

Un momento fondamentale dei due giorni di conferenza è stata la proposta per una Giornata Mondiale delle Grotte e del Carso.

Sostenuta dall’Unione Speleologica Slovena, la proposta ha presentato le motivazioni e gli obiettivi per celebrare questa giornata, rappresentando le grotte, gli abissi e le fessure, le ultime parti inesplorate del nostro pianeta.

La richiesta, tramite l’Unione Internazionale di Speleologia, sarà indirizzata all’UNESCO per dichiarare il 13 settembre come Giornata Mondiale della Speleologia e del Carso.

La proposta è stata accettata all’unanimità dall’assemblea.

Il meeting SOS Proteus 2024, tenutosi nella splendida cornice di Kranj, ha avuto luogo in un momento cruciale per le sfide climatiche e ambientali, in particolare la riduzione degli habitat di anfibi e proteus.

Sono stati focalizzati nuovi metodi di monitoraggio e studio, applicando tecniche avanzate e non invasive, offrendo nuovi campi di azione per la conservazione in modo sempre più consapevole e sostenibile.

Lo sforzo organizzativo, con il supporto fondamentale di tutta la comunità di Kranj, ha evidenziato l’importanza della collaborazione, della condivisione e dell’approfondimento degli studi e delle ricerche, promuovendo la divulgazione della conoscenza con rigore scientifico e grande responsabilità.

I laboratori e i centri dedicati al proteus presenti in Slovenia sono essenziali per il monitoraggio e la diffusione, tutti insieme, senza eccezioni. SOS Proteus 2024 si conclude con successo e l’idea organizzativa e propositiva del laboratorio della Grotta di Tular e del Centro Informativo Tematico di Kranj dovrebbe essere riconosciuta, grazie all’impegno continuo di Gregor e Magdalena Aljan?i?.

Conclusioni

La conferenza ha sottolineato la necessità di un impegno globale per la conservazione di Proteus anguinus e del suo habitat.

Attraverso una combinazione di ricerca scientifica, azione politica e consapevolezza pubblica, possiamo sperare di preservare questo ecosistema per le generazioni future.

Un ecosistema che non solo custodisce una biodiversità unica, ma rappresenta anche un patrimonio naturale e culturale condiviso da tutti noi.

Analisi Approfondita

La conferenza dedicata a Proteus anguinus, l’emblematico abitante delle acque sotterranee, ha approfondito temi chiave per la conservazione, la ricerca e la divulgazione della conoscenza su questa specie vulnerabile.

Strutturata in sei sezioni principali, ha presentato importanti contributi scientifici, enfatizzando l’importanza di un approccio interdisciplinare.

Sherlock Holmes: Cosa resta da investigare su Proteus?

La lezione di apertura del Dr. Nicola Bressi (Museo Civico di Storia Naturale, Trieste, IT) ha riassunto ciò che resta da investigare su Proteus anguinus.

Negli anni, sono state rivelate le abitudini e le caratteristiche di questa specie criptica; tuttavia, lo sviluppo di nuove tecniche investigative e osservazioni accurate continuano a offrire nuove intuizioni.

L’habitat esclusivo, che include le profonde acque sotterranee carsiche, rende difficile stimare le dimensioni della popolazione e determinare la distribuzione esatta delle diverse popolazioni.

La ricerca potrebbe concentrarsi su metodi di stima che sono essenziali per la pianificazione della conservazione.

Gli studi sui parassiti, i microbiomi e la capacità di emettere suoni sembrano essere i nuovi obiettivi di ricerca.

La protezione dell’habitat e la riduzione dell’inquinamento, incluso il cambiamento climatico, rimangono una priorità.

La Valutazione dell’Habitat di Proteus

L’habitat di Proteus anguinus è relativamente stabile e criptico.

I nutrienti provenienti dalla superficie attraversano il sistema idrico sotterraneo, fornendo una fonte di cibo che è però condizionata da variabili naturali e antropiche.

Le variazioni nel regime idrico, la crescente diffusione di microplastiche e microfibre nelle acque sotterranee, le pressioni a lungo termine delle guerre, soprattutto nel bacino del fiume Isonzo-So?a, e l’impatto umano nella penisola istriana e nell’area del Proteus nero, impongono la necessità di una responsabilità condivisa e consapevole.

Tuttavia, studi sulla biocenosi, considerando i molluschi che condividono l’habitat di Proteus, hanno evidenziato la ricchezza della vita negli ecosistemi acquatici sotterranei.

Ricerca su Proteus nell’Era Genomica

Comprendere perché e come alcuni organismi si siano evoluti per prosperare in un mondo senza luce e con risorse limitate rimane una sfida difficile.

Le condizioni imposte dall’ambiente delle grotte presentano vere sfide evolutive, e le popolazioni che sopravvivono lì mostrano profondi cambiamenti noti come troglomorfismi.

Questo è il caso di Proteus anguinus, che presenta trasformazioni profonde rispetto alle salamandre di superficie.

Il sequenziamento dei grandi genomi di Proteus e di altre specie di Caudata ha stimolato la ricerca, e i nuovi metodi genomici ci stanno aiutando a capire i meccanismi evolutivi dietro i cambiamenti fenotipici, offrendo significative implicazioni per la conservazione.

Il team coeso del Dipartimento di Biologia dell’Università di Lubiana spera che il perfezionamento di metodi genomici altamente innovativi possa supportare notevolmente gli studi di conservazione e le stime della popolazione, beneficiando potenzialmente anche la salute umana.

Gestione della Salute di Proteus

Le acque superficiali, nel loro percorso verso il profondo, trasportano nutrienti che favoriscono lo sviluppo del bioma sotterraneo.

Funghi, batteri, virus – patogeni, parassiti e simbioti vivono accanto a Proteus, contribuendo all’equilibrio dell’ecosistema.

La comunità batterica può servire come prezioso bioindicatore nei vari bacini idrici abitati da Proteus, fornendo segnali precoci di potenziali problemi attraverso un semplice monitoraggio.

Proteus è considerato una specie vulnerabile a causa della sua area di distribuzione limitata e potrebbe essere a rischio tra gli anfibi a causa dell’inquinamento crescente e del riscaldamento globale.

Pertanto, nelle discussioni si è parlato anche di conservazione ex situ, considerando condizioni seminaturali come quelle di proteus a Rübeland, Germania, e negli acquari.

Il lavoro di EAZA (European Association of Zoos and Aquaria) per la conservazione, l’educazione e la divulgazione della conoscenza, soprattutto per gli anfibi, che sono tra i gruppi animali con il più alto tasso di estinzione.

I livelli di stress negli animali sono stati misurati valutando la composizione del sangue di Proteus in cattività per lunghi periodi, e i Proteus selvatici non hanno mostrato differenze nei livelli di stress attraverso l’analisi ematologica.

Etica di Proteus, Scienza e Arte

Attualmente, gli anfibi sono i vertebrati più a rischio a causa della pressione negativa umana e del riscaldamento accelerato del pianeta.

Abbiamo una grande responsabilità riguardo alla possibile estinzione di interi gruppi tassonomici.

L’uso di metodi alternativi per sopprimere un esemplare sano in natura dovrebbe essere imperativo, specialmente dato che le attuali tecniche investigative, i codici di nomenclatura zoologica e le normative lo consentono.

Una nuova prospettiva sul nostro rapporto con le forme di vita e una maggiore armonia con la natura è stata proposta nel film Becoming with Proteus di Lily McCrait (UK), dove è stato registrato un suono che sembra appartenere a questo anfibio cavernicolo.

Punti Salienti della Ricerca su Proteus: Suono, Stima della Popolazione, Modelli 3D e Sezioni Virtuali

Le registrazioni con idrofoni hanno confermato la capacità di Proteus di emettere suoni.

Le recenti registrazioni del febbraio 2022 sono state ora corroborate.

Questi includono clic, boop e altri suoni, registrati presso il laboratorio della grotta CNRS Moulis in Francia – uno dei primi laboratori a studiare Proteus al di fuori del suo habitat naturale e ora il primo a rilasciare la sua voce.

Gli studi continui nell’habitat naturale, utilizzando metodi di osservazione diretta, marcatura-riprensione e analisi molecolari, hanno identificato la persistenza degli individui di Proteus negli stessi luoghi, mentre sistemi di confronto dei dati simili sono stati utilizzati per raggiungere stime iniziali della popolazione per una determinata area.

Inoltre, i metodi di micro-CT con contrasto di fase e tecniche di segmentazione raffinate ora permettono di costruire modelli 3D precisi della morfologia animale senza alterare lo stato del campione, o studiando scansioni precedentemente acquisite.

Le immagini di Proteus, catturate con lampade a luce nera (luce di wood 340-420 nm), hanno mostrato la fluorescenza della riboflavina (vitamina B2) che si accumula nella pelle di Proteus, plausibilmente variabile da individuo a individuo.

Questi studi sono non invasivi e supporteranno notevolmente l’ampliamento delle conoscenze su Proteus anguinus.

Ricerca sul Campo

La ricerca sul campo è faticosa e impegnativa, ma fornisce dati ricchi supportati da strumenti tecnologici e tecniche raffinate.

Utilizzando telecamere a infrarossi, sono stati registrati i movimenti di Proteus in alcune sorgenti, monitorando il numero, la presenza ricorrente e le caratteristiche di ogni esemplare, insieme ad alcuni aspetti comportamentali, l’orario della giornata e la durata della permanenza nella sorgente.

Le osservazioni sul campo nelle aree di Doberdò-Doberdob e Pietrarossa-Prelosno polje hanno ripreso ricerche storiche implementandole con nuove tecniche d’indagine. Sono state focalizzate differenze comportamentali tra i Proteus che frequentano le sorgenti e le estavelle e quelli che rimangono nelle grotte.

Sono stati campionati un totale di 79 siti, tra cui 10 grotte, e sono stati marcati 57 esemplari, molti dei quali sono stati ripresi più volte nello stesso luogo, confermando la loro fedeltà al sito.

Sono state registrate differenze nella pigmentazione e nella forma tra gli animali di superficie e quelli in habitat più profondi.

Le indagini sui ritmi circadiani, stagionali e lunari hanno confermato l’esistenza di ritmi sia nella fauna delle sorgenti che in quella delle grotte.

Le osservazioni subacquee nella grotta Vrelo Vruljak (Bosnia ed Erzegovina) hanno in gran parte confermato i risultati precedenti, osservando la territorialità di Proteus e la sua preferenza per luoghi familiari.

I due giorni della conferenza si sono conclusi con una sezione di esposizione e poster.

L’interessante e originale esposizione curata dalla Dr.ssa Isabella Abbona (Speleovivarium Erwin Pichl – Società Adriatica di Speleologia di Trieste, Italia) ha mostrato documenti, stampe e cartoline preziose raffiguranti il proteus.

Si trattava di una collezione esclusiva di documenti originali che evidenziavano il patrimonio culturale del leggendario proteus.

Poster

  • Introduzione al monitoraggio regolare degli stress ambientali critici per Proteus anguinus nelle Grotte di Škocjan, Slovenia
  • Sviluppo del monitoraggio dell’eDNA della molla di caverna Congeria jalzici in Slovenia
  • Proposta dell’Unione Internazionale di Speleologia a UNESCO per l’istituzione di una Giornata Internazionale delle Grotte e del Carso
  • Studio della risposta immunitaria in proteus
  • Impatto dell’inquinamento organico sulle comunità microbiche che colonizzano le zone allagate del fiume sotterraneo Pivka abitato da Proteus anguinus (Postojnska jama, Slovenia)
  • Misure agricole per proteggere l’habitat del proteus nero (Proteus anguinus parkelj) dall’inquinamento da nitrati