Impresa speleoaubacquea dell’istruttore Gherardo Biolla, insieme ai gruppi speleo di Saluzzo, Varallo Sesia, Savona e Val di Susa. Dopo 60 metri di apnea un muro di sabbia ha messo fine all’esplorazione
Dai primi anni Sessanta, il sifone terminale della Grotta di Rio Martino a Crissolo costituisce il “limite” esplorativo, meta di numerose uscite di altrettanti gruppi di speleologia.
Affascinato da quella stessa curiosità che da sempre anima l’esploratore, a fine agosto, lo “Speleo club Francesco Costa”, della sezione Cai “Monviso” di Saluzzo, ha organizzato un’esplorazione, insieme agli amici speleologi provenienti da Varallo Sesia, Savona e Val di Susa.
Da anni, con cadenza periodica, il gruppo saluzzese si addentra nei meandri della grotta di Rio Martino, alcuni di questi non ancora del tutto esplorati.
“L’istruttore full cave (il massimo livello per esplorare e fare immersioni in grotte, risorgenze e sifoni: ndr) Gherardo Biolla – spiegano dal gruppo speleo “F. Costa” – ha accettato la sfida, decidendo di immergersi e… guardare oltre! Dopo aver trasportato tutto il materiale tecnico necessario per l’esplorazione è giunto il momento dell’immersione.
45 minuti di vera apnea e attesa dentro e fuori la grotta. Gherardo, una volta riemerso, ci ha descritto quanto visto durante la sua esplorazione, interrottasi dopo una sessantina di metri, a causa di un muro di sabbia. Lo scorrere lento dell’acqua e le forti inondazioni degli ultimi anni hanno modificato in modo importante la conformazione della galleria sommersa”.
Una giornata che rimarrà comunque da ricordare: “Oltrepassare il limite esplorativo era sicuramente l’obiettivo, ma se la meta è importante, altrettanto lo è il viaggio!” dicono dal Cai saluzzese.
Il gruppo speleo “Costa” ci tiene a ringraziare chi ha collaborato alla giornata, vale a dire il Comune di Crissolo, l’Associazione sportiva dilettantistica “Discovery Monviso”, AlpInside ed il ristorante La Spiaggia.