Notizia del Giornale dell’Umbria di oggi
Non li ferma neanche il gelo e la neve. Gli speleologi dell’Utec, l’associazione narnese che da quasi trent’anni svolge attività speleo in tutta Italia, anche nell’ultimo week-end hanno compiuto escursioni nella zona di Stifone e Monte Santa Croce. “E’ stata un’uscita esplorativa-ha detto Andrea Scatolini-che avevamo programmato da tempo e quindi il fatto che le condizioni meteo fossero pessime non ci ha spaventato”. Nella zona dell’antico porto fluviale del Nera i tre, insieme a Scatolini c’erano Virgilio Pendola e Stefano Rossini, hanno scoperto una piccola grotta finora sconosciuta a cui si accede dai ruderi di alcuni edifici, probabilmente identificabili con i resti delle “ferriere” del 1700. “A causa del maltempo-ha spiegato Scatolini- non sono state effettuate ricerche interne perchè la grotta era interessata da un forte flusso di acqua e probabilmente in futuro occorrerà fare ricorso a tecniche speleosub per superare probabili sifoni. A pochi metri dalla grotta è stato scoperto anche un cunicolo percorribile che si spinge al di sotto dei caseggiati, ma l’splorazione è stata rinviata ad indagini successive perchè anche qui l’acqua minacciava piene improvvise”. Giunti in cima a Monte Santa Croce i tre si sono addentrati all’interno della “Grotta dello Svizzero”, fino a raggiungere le salette terminali a circa 60/70 metri di profondità. La cavità costituisce la maggiore grotta del Comune di Narni e l’uscita intendeva verificare ulteriormente l’esistenza di opere umane che facessero identificare la grotta con una delle miniere di ferro dello Stato Pontificio che qui si coltivavano tra il 1700 e il 1800, secondo documenti conservati presso la biblioteca comunale. I tre speleologi narnesi hanno verificato l’esistenza di alcune piccole vene di minerale di ferro ossidato, prelevando alcuni campioni di minerale, forse “limonite pisolitica”, e scattato alcune foto. “L’uscita non ha portato comunque a novità di rilievo-ha sottolineato Scatolini-visto che non è stato trovato altro, oltre alle scalette ricavate nella pietra, alcuni fori fatti con punteruoli e muretti a secco edificati per rendere più stabili i cunicoli, opere di cui eravamo già a conoscenza”. Nella stessa mattinata si è svolta una esercitazione del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico presso la Grotta di Narni in Strada di Funara a cui hanno partecipato una ventina di speleologi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *