Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, ha portato alla scoperta delle più antiche attestazioni di uva domestica in Italia, risalenti alla media età del Bronzo (circa 3500 anni fa).

Le evidenze sono state rinvenute nel corso di un’indagine archeologica condotta nel 2013 nelle Grotte di Pertosa-Auletta, in Campania.

In un deposito limoso sommerso sono stati identificati alcuni semi di vite insieme ad altre essenze vegetali.

Dati genetici e analisi specialistiche hanno confermato che tra questi vinaccioli si celano le più antiche testimonianze di uva domestica in territorio italiano.

Questa varietà di vite è stata importata in Italia meridionale dall’area egea verosimilmente tramite contatti con genti micenee.

È stato peraltro possibile attestare la presenza di ibridi ottenuti dall’incrocio tra varietà domestiche importate e uve selvatiche locali.

Una scoperta rivoluzionaria

Questa scoperta getta nuova luce sull’origine della viticoltura nel Mediterraneo Occidentale, che finora si riteneva fosse avvenuta in tempi più recenti.

Infatti, le precedenti ricerche avevano portato alla datazione di testimonianze di viticoltura in Italia a circa 2500 anni fa, o addirittura a soli 1000 anni fa.

La scoperta delle Grotte di Pertosa-Auletta dimostra che la viticoltura era presente in Italia già molto tempo prima, e che si trattava di una pratica importata dall’area egea.

L’importanza della scoperta

Questa scoperta ha un’importante rilevanza scientifica e storica.

Da un punto di vista scientifico, fornisce nuove informazioni sulla diffusione della viticoltura nel Mediterraneo.

Da un punto di vista storico, contribuisce a ricostruire le antiche rotte commerciali e culturali tra Italia e area egea.

Un importante contributo alla viticoltura italiana

La scoperta delle Grotte di Pertosa-Auletta rappresenta anche un importante contributo alla viticoltura italiana.

Essa dimostra che la viticoltura ha una lunga tradizione in Italia, e che le nostre terre sono da sempre adatte alla coltivazione della vite.

Questa scoperta può essere un’importante fonte di ispirazione per i viticoltori italiani, che possono continuare a valorizzare e promuovere le nostre antiche tradizioni vitivinicole.

La ricerca

Lo studio è stato condotto da un team di ricerca internazionale, guidato da Vincent Bonhomme dell’Università di Montpellier (Francia).

Il team ha analizzato i semi di vite rinvenuti nelle Grotte di Pertosa-Auletta utilizzando una combinazione di tecniche genetiche e archeobotaniche.

I dati genetici hanno dimostrato che i vinaccioli appartengono alla varietà Vitis vinifera sativa, la varietà di vite domestica più diffusa al mondo.

Le analisi archeobotaniche hanno permesso di datare i semi di vite alla media età del Bronzo.

Conclusioni

La scoperta delle Grotte di Pertosa-Auletta è una scoperta fondamentale per la storia della viticoltura in Italia e nel Mediterraneo.

Essa getta nuova luce sull’origine della viticoltura in questa regione, e contribuisce a ricostruire le antiche rotte commerciali e culturali tra Italia e area egea.

Questa scoperta rappresenta anche un importante contributo alla viticoltura italiana, che può continuare a valorizzare e promuovere le nostre antiche tradizioni vitivinicole.

Fonti

  • Bonhomme, V., Ivorra, S., Bouby, L., et al. (2023). Domesticated grape (Vitis vinifera L.) from the Middle Bronze Age in Southern Italy. Scientific Reports, 13(1), 1-11.

Link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *