Vorrei spendere due parole per ricordare la scomparsa di un uomo, un uomo che ha vissuto la sua vita come un moderno Ulisse, attratto dall’ignoto, dal mistero, dalla splendida meraviglia di Madre Natura in tutti i suoi aspetti e che negli ultimi anni della sua vita costretto all’immobilità ha affrontato il mare peggiore navigando in solitaria dentro se stesso.
Anche se con la speleologia forse ha avuto poco a che fare, siamo posseduti come lui dal suo stesso spirito indagatore e l’attrazione per il mistero. Un hip hip per Ambrogio Fogar
Stefano Rossini

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