Il mondo della speleologia e della ricerca scientifica piange la scomparsa di Valerio Sbordoni, rinomato biospeleologo e esploratore di fama internazionale. La sua vita dedicata allo studio della biodiversità sotterranea e all’esplorazione delle grotte si è conclusa a causa delle conseguenze del Covid, lasciando un vuoto incolmabile nella comunità speleologica.

Valerio Sbordoni, titolare della Cattedra di Zoologia all’Università di Roma “La Sapienza” dal 1980 al 1982, e all’Università di Roma “Tor Vergata” dal 1982 al 2012, fu Accademico dei Quaranta, membro dei consigli di numerose società scientifiche e dei consigli direttivi o comitati di consulenza di varie istituzioni scientifiche nazionali e internazionali, tra le quali il Laboratoire Souterrain del CNRS, Moulis, Ariège, l’unico laboratorio indirizzato espressamente alle ricerche fisiche e biologiche sulla speleologia.

Fu tra i soci fondatori della Societè de Biospeologie (International Society of Subterranean Biology).

Socio SSI, ha organizzato simposi e workshop speleologici e biospeleologici nell’ambito di congressi nazionali e internazionali di speleologia e biospeleologia. Membro dell’advisory board di numerose riviste scientifiche, tra cui il «Notiziario del Circolo Speleologico Romano» e l’«International Journal of Speleology», di cui è stato editor dal 1981 al 2001, ha coordinato numerosi progetti scientifici di biologia evoluzionistica, e l’Osservatorio sulla Biodiversità della Regione Lazio, punto di riferimento per l’elaborazione di strategie di gestione e tutela delle aree protette; ha promosso infine il progetto di citizen science City Nature Challenge nell’area metropolitana della Città di Roma.

Organizzò le prime spedizioni degli anni Sessanta in Chiapas (Messico) con l’Accademia dei Lincei e le 12 spedizioni del CSR dagli anni Ottanta in poi, come in moltre altre parti del mondo.

La sua passione per l’esplorazione delle grotte e la fauna cavernicola si sviluppa nell’arco della sua attività scientifica, ove le grotte sono percepite come uno straordinario laboratorio naturale per lo studio dell’ecologia e dell’evoluzione degli organismi ipogei.

Questi organismi hanno rappresentato, accanto alle farfalle di cui Sbordoni è stato esperto mondiale e collezionista, il materiale di elezione per affrontare, con diversi approcci, spesso d’avanguardia, problemi generali di genetica di popolazioni, biogeografia, filogenesi ed evoluzione molecolare, con particolare attenzione per la stima dei tempi che sottendono all’evoluzione delle specie.

Ricerca sul campo e spiccata motivazione per l’esplorazione geografica sono attitudini che lo hanno spinto a partecipare e coordinare numerose spedizioni zoologiche e biospeleologiche nel Vicino Oriente, Messico, Tibet e regioni himalayane confinanti (Nepal, Sikkim, Himachal Pradesh, Arunachal Pradesh, Sichuan, Yunnan), Filippine e Sud-Est Asia, che hanno portato alla scoperta di oltre 200 taxa nuovi per la scienza.

Le missioni speleologiche nello stato messicano del Chiapas hanno portato alla scoperta, esplorazione e rilevamento topografico di oltre 150 grotte, per oltre 50 km di sviluppo sotterraneo.

Numerosi sono i premi e i riconoscimenti che ha ricevuto, ma soprattutto ci preme ricordare la sua partecipazione attiva alle principali campagne esplorative del Circolo, con l’esplorazione e il rilevamento topografico di numerose grotte e abissi nel Lazio, Campania, Toscana e Sardegna e all’estero, alcune delle quali hanno prodotto risultati notevoli, oggetto di pubblicazioni e monografie.

Con il CSR e su incarico della Comunità Montana dei monti Ernici e del comune di Guarcino, ha coordinato una indagine pluriennale sulla idrogeologia e sul monitoraggio microbiologico e chimico delle acque sotterranee nell’Alta Valle del Cosa, sede di uno dei principali sistemi sotterranei del Lazio. Nel 2009 è stato nominato presidente della Federazione Speleologica del Lazio.

La produzione scientifica di Valerio Sbordoni è sterminata; ricordiamo la serie di tre volumi su “Subterranean Fauna of Mexico” edita dall’Accademia Nazionale dei Lincei, e anche le numerose pubblicazioni di carattere divulgativo e didattico, la partecipazione a conferenze, a programmi, la collaborazione a documentari, la realizzazione di mostre a carattere speleologico.

L’ultima pubblicazione è uscita pochi giorni fa per Opera ipogea: l’articolo L’Emissario del Pantano di Roiate (Bellegra, Roma) scritto insieme a Stefano Gambari e a Silvano Agostini.

Valerio ha esplorato, indagato, scritto sino all’ultimo giorno, a dimostrazione della sua straordinaria umanità ed energia.

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