Incisioni, pitture e simboli preistorici rivelano antiche presenze nelle valli del Gargano meridionale

La Grotta del Riposo nel cuore del Gargano

La Grotta del Riposo è un ampio riparo sottoroccia (circa 10 x 7 x 4 m) situato sulla destra idrografica della Valle di Ividoro, nel versante meridionale del Gargano . L’ingresso, rivolto a est, è protetto da una volta calcarea, e l’altezza del riparo (circa 160 m s.l.m.) lo pone circa 20 metri al di sopra dell’attuale letto del torrente Candelaro . Questa disposizione garantisce un’ampia visuale sulla valle sottostante, in un ambiente di calcari avana e vegetazione mediterranea. La superficie di fondo rocciosa conserva numerose incisioni e pitture, realizzate nell’età del Rame dai frequentatori del sito.

Importanza strategica del sito nella Valle Ividoro

La posizione elevata rende la Grotta del Riposo particolarmente difendibile: il riparo non è facilmente individuabile dal basso, ma offre un controllo visivo ottimale degli spostamenti lungo la valle . Per questo motivo viene considerato un “sito inforrato” secondo la classificazione degli insediamenti rupestri, con buona dominanza visiva sul territorio . Fin dall’antichità questa area è stata sfruttata come via di comunicazione naturale: secondo testimonianze raccolte tra i pastori locali, la Valle di Ividoro e le sue grotte erano percorse come collegamento diretto tra il fiume Candelaro e i primi rilievi del Gargano .

Il fiume Candelaro e la frequentazione del territorio

Il fiume Candelaro nasce vicino al fiume Fortore e scorre in direzione nord-est, lambendo il Tavoliere e il promontorio garganico . Il suo percorso costituiva un’antica via d’acqua che, sin dal Paleolitico, ha permesso di aggirare le difficili coste rocciose del Gargano . La facile percorribilità del suo corso ha favorito la frequentazione delle numerose valli interne del promontorio, come dimostrano i siti con reperti eneolitici attestati fino all’età del Bronzo . In particolare, molti siti di arte rupestre si concentrano agli ingressi dei valloni, segno che il Candelaro costituiva un naturale corridoio tra la pianura e l’altopiano garganico .

Scoperta di incisioni rupestri e pitture parietali

La Grotta del Riposo è tornata al centro dell’attenzione scientifica a partire dal 2009, quando gli archeologi Armando Gravina e Tommaso Mattioli (Università di Foggia) condussero rilievi sistematici nella Valle di Ividoro . Tali rilievi fotografici e grafici hanno permesso di rileggere le decorazioni parietali e di scoprire numerose incisioni e pitture giacenti sotto patine di fuliggine sulla volta rocciosa . Sulla parete di fondo sono emerse almeno dieci pitture in ocra rossa e circa una dozzina di figure incise con tratti sottili . Le raffigurazioni sono disposte in due pannelli contrapposti sui lati settentrionale e meridionale del riparo, comprendendo motivi geometrici e simbolici di varia natura. La Grotta del Riposo risulta così l’unico sito del Gargano in cui incisioni e pitture coesistono per formare le stesse figure , attestando una complessa stratificazione artistica.

Fasi artistiche e stratigrafia delle raffigurazioni

Dall’analisi stratigrafica emerge che le raffigurazioni sono state realizzate in almeno tre fasi successive, presumibilmente tutte nell’età del Rame . Nella fase A più antica gli artisti hanno levigato parti della parete e inciso motivi geometrici e simbolici (quadrati, triangoli, cerchi, motivi solari, forme fungiformi e ramificate) . Segue una fase B caratterizzata da figure antropomorfe schematiche dipinte in ocra rossa . Nella fase C finale si osserva l’integrazione di pitture e incisioni più profonde: alcune silhouette in rosso sono state rafforzate da incisioni marcate, arricchendo il repertorio figurativo .

Simboli preistorici e significati attribuiti

I simboli presenti nella Grotta del Riposo spaziano dai motivi astratti a quelli antropomorfi, delineando un ricco linguaggio figurativo. Tra le incisioni risalta un motivo centrale simile a una croce gamata, segnalato dai ricercatori come una svastica . Altre figure circolari o radiali sembrano richiamare simboli solari, mentre elementi fitomorfi e ramiformi evocano immagini vegetali . Questi segni potrebbero riflettere credenze religiose o cosmologiche delle comunità eneolitiche, con possibili allusioni al culto del sole o dell’acqua. Ciò nondimeno, i loro significati precisi rimangono oggetto di studio scientifico .

Fonti: Ricerche archeologiche e dati pubblicati su Quaderni di Archeologia e atti di convegni specialistici (Armando Gravina, Tommaso Mattioli) . Fotografie: G. Barrella.

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