Un’importante iniziativa di speleologia scientifica per approfondire la conoscenza delle risorse idrogeologiche

Da diversi mesi è in corso il Progetto Acqua Negra, un ambizioso programma di ricerca multidisciplinare nel campo della speleologia.

Questa iniziativa è stata avviata grazie a un accordo di partnership tra diverse organizzazioni: il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” di Gorizia, la Commissione Grotte “E Boegan” SAG CAI di Trieste, il Gruppo Grotte Associazione XXX Ottobre CAI Trieste, la Società Adriatica di Speleologia di Trieste e l’Unione Speleologica Pordenonese CAI di Pordenone.

Il coordinamento scientifico è affidato al Laboratorio speleologico e di Tecniche Fluorimetriche.

Il Progetto Acqua Negra si propone di approfondire la conoscenza del bacino idrogeologico del Torrente Foce, che si trova nelle Prealpi Carniche e rappresenta un importante affluente destro del Torrente Arzino.

Questa zona è caratterizzata da un territorio prevalentemente carsico, con numerosi fenomeni sotterranei come inghiottitoi, sorgenti e, nella parte inferiore, la significativa Risorgiva Acqua Negra, che si ritiene dreni una notevole quantità di acque infiltrate nel bacino. Attualmente, il progetto è in pieno svolgimento.

A causa delle avverse condizioni meteorologiche di settembre, una spedizione subacquea internazionale mirata all’esplorazione e alla documentazione dettagliata della parte sommersa della grotta è stata posticipata.

La Risorgiva Acqua Negra, infatti, è costituita da una zona aerata e una zona sommersa, quest’ultima già esplorata per circa 700 metri in immersione a oltre 60 metri di profondità.

Nel frattempo, sono stati condotti rilievi topografici della parte aerata, che attualmente copre circa mezzo chilometro di condotte.

Per proseguire i lavori, si dovrà attendere un periodo senza precipitazioni, poiché sono state riscontrate situazioni di pericolo.

Le ricerche idrogeologiche sono state avviate monitorando costantemente i dati fisico-chimici fondamentali all’interno delle grotte, come il livello dell’acqua, la temperatura, la conducibilità elettrica, la pressione atmosferica e la temperatura dell’aria.

Inoltre, a partire dallo scorso mese di ottobre, è stato avviato un ciclo mensile di acquisizione di dati fisico-chimici presso l’Acqua Negra, che include anche il prelievo di campioni d’acqua per le successive analisi chimiche.

Vengono misurate la temperatura, la conducibilità elettrica, il pH, l’ossigeno disciolto e il biossido di carbonio nell’acqua.

I campioni di acqua vengono quindi inviati a un laboratorio chimico accreditato per le analisi, che includono la determinazione dei livelli di calcio, magnesio, durezza, potassio, sodio, nitrati, cloruri, solfati, bicarbonati, alcalinità totale e silice disciolta.

Inoltre, lungo un transetto idrografico prestabilito dell’Acqua Negra, viene misurato costantemente il flusso d’acqua mediante un metodo ionico, allo scopo di creare una curva dei rapporti tra flussi e livelli, dato che non è possibile installare uno stramazzo.

È in fase di pianificazione, probabilmente per il 2024, un test multi-tracer simile al TracerKanin project, che prevede l’iniezione di tre traccianti diversi e il monitoraggio delle possibili destinazioni utilizzando sia sonde fluorimetriche che campionamenti puntuali dell’acqua e dispositivi di cattura del tracciante.

Questo test consentirà di studiare il percorso delle acque nel sistema carsico e di identificare eventuali connessioni con altre risorse idriche superficiali o sotterranee.

Il Progetto Acqua Negra rappresenta un importante sforzo per approfondire la conoscenza delle risorse idrogeologiche nella regione delle Prealpi Carniche.

I risultati di questa ricerca multidisciplinare saranno fondamentali per comprendere meglio la dinamica idrogeologica del bacino del Torrente Foce e per valutare l’importanza dell’Acqua Negra come risorsa idrica nel contesto più ampio del territorio circostante.

Inoltre, l’iniziativa contribuirà anche alla valorizzazione e alla conservazione del patrimonio speleologico della zona, promuovendo la consapevolezza dell’importanza delle grotte e dei fenomeni carsici per l’ecosistema locale.

Il Progetto Acqua Negra rappresenta un esempio significativo di come la speleologia scientifica possa fornire importanti informazioni sulle risorse idriche sotterranee e sulla loro gestione sostenibile.

La collaborazione tra diverse organizzazioni e l’utilizzo di approcci multidisciplinari sono fondamentali per affrontare le sfide legate alla ricerca e alla conservazione delle risorse idriche in ambienti carsici complessi come quello delle Prealpi Carniche.

Si spera che i risultati di questa iniziativa possano contribuire a una migliore gestione delle risorse idriche nella regione e a una maggiore consapevolezza dell’importanza di preservare gli ecosistemi carsici.

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