Ricostruito in 3D il cranio dell’Uomo di Altamura ma alla Sapienza di Roma non riescono a non parlare di ‘estrazione’ seppur virtuale.

Pubblicati su “Communications Biology” i risultati di una ricerca internazionale coordinata dai paleoantropologi della Sapienza Università di Roma in cui si descrivono sia l’estrazione virtuale del cranio di uno scheletro noto come uomo di Altamura sia le nuove prospettive sull’evoluzione dei Neanderthal.

Ecco parte del testo della presentazione dello studio sul Neanderthal di Altamura, tradotto in italiano:

Scheletri completi di Neanderthal sono quasi dei ritrovamenti unici. Un esemplare di questo tipo molto ben conservato è stato scoperto nel 1993 dagli speleologi del CARS di Altamura, nelle parti più profonde di un sistema carsico vicino alla città di Altamura nel Sud Italia. Nella pubblicazione dello studio, viene presentata una descrizione dettagliata del cranio, dopo averlo estratto virtualmente dalle stalagmiti e stalattiti circostanti.

La morfologia del cranio di Altamura rientra nella variabilità dei Neanderthal, sebbene conservi caratteristiche presenti in campioni europei più arcaici.

Alcune di queste caratteristiche non sono mai state osservate in Homo neanderthalensis, ovvero in campioni fossili datati tra 300 e 40 mila anni fa.

Considerando l’età U-Th precedentemente ottenuta (>130 mila anni fa), la morfologia di Altamura suggerisce che le caratteristiche arcaiche che conserva potrebbero essere state originate dall’isolamento geografico delle prime popolazioni di Neanderthal del Sud Italia.

Sono stati proposti diversi modelli per spiegare l’evoluzione del ceppo dei Neanderthal riscontrabile nel fenotipo dei fossili europei del Pleistocene medio (Chibaniano) e dell’inizio del Pleistocene superiore.

Il dibattito in corso su questi modelli riguarda l’integrazione, l’influenza reciproca, il significato adattativo e l’occorrenza stocastica delle caratteristiche dei Neanderthal.

Guardando al registro fossile, si può distinguere una transizione evolutiva che corrisponde agli stadi isotopici marini (MIS; in questi “Neanderthal primitivi” (ERN), i tipici tratti morfologici sono assenti o debolmente espressi, mentre l’estremo grado di encefalizzazione – comune tra i cosiddetti “Neanderthal classici”, o EWN (Neanderthal europei würmiani), corrispondenti a MIS 4-3 – doveva ancora essere completamente raggiunto.

Presentiamo qui, per la prima volta, la morfologia del cranio di Altamura. Abbiamo ricostruito virtualmente il cranio acquisendone la forma in due parti separate, che abbiamo successivamente riassemblato utilizzando un protocollo appositamente progettato a questo scopo. Dopo questa procedura, descriviamo e contestualizziamo la sua morfologia esterna complessiva all’interno della variabilità umana europea del Pleistocene medio e dell’inizio del Pleistocene superiore.

Lo scheletro si trova in una piccola camera, la cosiddetta “Abside dell’Uomo” (di seguito “Abside”), situata all’estremità nord-occidentale del sistema carsico di Lamalunga, accessibile solo attraverso tecniche speleologiche.

La maggior parte, probabilmente tutti, gli elementi scheletrici si sono collassati qui dopo la morte dell’individuo e la decomposizione dei tessuti molli. Oltre l’Abside c’è la “Camera dietro”, una cavità stretta separata dall’Abside da una tenda di speleotemi colonnari.

L’interno di questa camera – contenente alcuni ossa umane appartenenti allo stesso scheletro – può essere osservato solo con difficoltà attraverso pochi stretti varchi nella tenda di speleotemi.

Il cranio è cementato a testa in giù all’interno della tenda di speleotemi, con stalagmiti aderenti ai suoi lati; la parte anteriore è rivolta verso l’Abside, mentre la parte posteriore e la base sono rivolte verso la Camera dietro.

Di conseguenza, metà del cranio (faccia e osso frontale, FF) è visibile dall’Abside, mentre l’altra metà (palato, base cranica e la maggior parte della volta cranica, BP) è accessibile solo tramite l’ispezione indiretta con sonde attraverso i varchi nella tenda di speleotemi.

La maggior parte del cranio è ricoperta da croste di speleotemi; concrezioni coralloidi spesse da mm a cm coprono le parti anteriori, principalmente quelle sporgenti, mentre uno strato uniformemente sottile di calcite riveste la parte posteriore e la base, compreso l’intero osso occipitale dove le strutture anatomiche sono conseguentemente più chiaramente visibili.

Articolo completo pubblicato su Nature:

https://www.nature.com/articles/s42003-023-04644-1