Gli scienziati utilizzano foche per esplorare le profondità oceaniche in Antartide, scoprendo un enorme canyon sotterraneo. Le foche forniscono preziose informazioni sulla struttura del fondale marino e aiutano a comprendere i cambiamenti climatici.

Le foche sono animali incredibili, capaci di immergersi fino a migliaia di metri di profondità e di resistere a temperature glaciali.

Ma non solo: le foche sono anche degli utili alleati per gli scienziati che vogliono studiare le profondità oceaniche in Antartide, una regione poco esplorata e di grande interesse per la ricerca climatica.

Grazie a dei dispositivi satellitari attaccati alla loro testa, le foche trasmettono dati sulla temperatura, la salinità e la profondità dell’acqua in cui nuotano, permettendo agli scienziati di mappare il fondale marino e di scoprire nuove caratteristiche sottomarine.

Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment 1 ha rivelato che le foche hanno scoperto un enorme canyon sotterraneo nella baia di Vincennes, in Antartide orientale.

Il canyon, chiamato Mirounga-Nuyina in onore delle foche elefante (Mirounga leonina) e della nuova nave rompighiaccio australiana (RSV Nuyina), ha una profondità stimata di 2 chilometri e una larghezza di 10 chilometri.

Il canyon è stato confermato da una recente indagine sonar multibeam effettuata dalla RSV Nuyina, che ha permesso di ottenere una mappatura dettagliata del fondale.

Il canyon è una scoperta importante perché potrebbe influenzare la circolazione oceanica e il trasporto di calore verso le piattaforme di ghiaccio, che sono vulnerabili al riscaldamento globale.

Inoltre, il canyon potrebbe ospitare una ricca biodiversità marina, adattata alle condizioni estreme dell’ambiente antartico.

Lo studio si basa sui dati raccolti da oltre 500.000 immersioni di 265 foche, tra foche elefante e foche di Weddell (Leptonychotes weddellii), tra il 2004 e il 2019.

Le foche sono state equipaggiate con dei piccoli dispositivi che misurano la profondità ogni 4 secondi quando sono in acqua e trasmettono i dati via satellite quando emergono. Questi dati sono stati confrontati con le informazioni batimetriche, ovvero sulla profondità dell’acqua in diverse posizioni, ottenute da fonti diverse 2.

In alcuni casi, le foche si sono immerse più di 1.000 metri più in profondità rispetto a quanto precedentemente stimato, rivelando così nuove profondità e paesaggi sottomarini.

Le osservazioni raccolte dalle foche aiutano gli scienziati a comprendere meglio la forma del fondale oceanico, in particolare dove l’acqua calda può accedere alle cavità delle piattaforme di ghiaccio.

Questa conoscenza è fondamentale per misurare i tassi di scioglimento dei ghiacciai.

Lo studio dimostra come le foche possano essere dei validi collaboratori per gli scienziati che vogliono esplorare le profondità oceaniche in Antartide, una regione di difficile accesso e di grande interesse per la ricerca climatica.

Le foche forniscono preziose informazioni sulla struttura del fondale marino, sui processi oceanografici e sulle caratteristiche dell’acqua, che possono aiutare a comprendere meglio i cambiamenti climatici e le loro conseguenze sulle piattaforme di ghiaccio e sulla biodiversità marina.

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