Il Gruppo Speleologico Urbinate ha esplorato una nuova galleria nella grotta dei Clasti, che punta verso il ventre della montagna e apre la via verso la sorgente del Giordano

La grotta dei Clasti si distingue per la sua morfologia particolare, formata da una saletta iniziale discendente e da una piccola galleria che gira attorno ad essa.

Si tratta di una grotta di origine tettonica, ovvero generata da fratture della roccia sottoposta a enormi forze, e non dall’erosione chimica delle acque.

Al suo interno sono presenti numerosi clasti, ovvero delle rocce detritiche derivanti da sedimenti, che rendono a tratti difficoltoso il passaggio.

La grotta stupisce anche per la sua eccezionale varietà di minerali, cristalli e speleotemi che la colorano e la fanno brillare.

Nell’ultimo periodo, il Gruppo Speleologico Urbinate, ha effettuato una nuova scoperta all’interno della grotta dei Clasti.

Il gruppo ha allargato un passaggio e si è aperta una nuova via verso il ventre vuoto della montagna, con la scoperta di vasti ambienti e la presenza di aria ipogea, che fa ben sperare per la prosecuzione delle esplorazioni.

Questa scoperta è strettamente collegata alla grotta delle Tassare, la più profonda delle Marche, situata al di sopra della grotta dei Clasti e conosciuta da decenni.

La grotta delle Tassare costituisce il ricarico della sorgente del fiume Giordano a Pieia nel versante Sud della montagna, come confermato da un tracciamento effettuato alcuni anni fa dal Gruppo Speleologico Urbinate in collaborazione con l’università di Urbino.

Con la realizzazione della carta di vulnerabilità degli acquiferi nel 2007, gli urbinati hann scoperto che l’acqua della Grotta delle Tassare è la stessa che riemerge a Pieia.
Negli ultimi due anni il GSU ha elaborato questi dati sul GIS e creato modelli che indicassero con buona precisione dove trovare nuovi ambienti. E così è stato.

Le esplorazioni non sono ancora terminate, ma la tanta aria e l’acqua presente indicano chiaramente agli esploratori la strada da seguire.

Al di sopra della Grotta dei Clasti, la Grotta delle Tassare termina con un sifone, che è stato superato solo in occasione di una siccità due anni fa, raggiungendo ulteriori piccoli ambienti, ma dove sembra preclusa ogni prosecuzione verso il basso.

Le nuove scoperte nella grotta dei Clasti rappresentano quindi un importante contributo alla conoscenza del sottosuolo del Monte Nerone, con un possibile sviluppo delle esplorazioni in direzione della sorgente.

Il Monte Nerone è una montagna che nasconde ancora molti segreti e che offre agli speleologi delle sfide sempre nuove e stimolanti.

La grotta dei Clasti, situata sul versante nord del Monte Nerone, è una delle quattro grotte che compongono l’Anello delle 4 Grotte, un itinerario di grande interesse per gli appassionati di speleologia e di storia naturale.

Le altre tre grotte sono la Grotta degli Orsi, famosa per i ritrovamenti di fossili dell’orso delle caverne, la Grotta del Falco, caratterizzata da una grande sala con un laghetto, e la Grotta del Borghetto, con le sue concrezioni e le sue stalattiti.

Per maggiori informazioni sulla grotta dei Clasti e sull’Anello delle 4 Grotte, si può consultare il sito MyOutdoor, che propone anche una traccia GPS e una mappa dell’itinerario.

Fonte: https://www.facebook.com/share/p/wTkqQZhk5TgWbSwa/?mibextid=WC7FNe

3 pensiero su “Nuove scoperte speleologiche a Monte Nerone”
  1. La Grotta dei Clasti è stata scoperta nel 1997 da me, e Filippo Felici (Felpe) del gruppo speleo di Città di Castello. Il GSU non esisteva ancora. E’ registrata nel catasto speleologico delle Marche col n. 737, e ha tutti i riferimenti atta a individuarla. Rilievo topografico, quota, coordinate geografiche foto dell’ingresso. Questo sia a pag. 194 di “Monte Nerone segreto”, che a pag. 230 del mio nuovo libro “speleo NERONE”. L’articolo oltre a non citare chi ha scoperto la grotta non presenta nessun dato numerico sulle caratteristiche della prosecuzione realizzata. l’articolo presenta anche altre informazioni che rivelano una scarsa conoscenza di Monte Nerone. Di per sé la prosecuzione in una grotta sarebbe una buona notizia e sarei ben contento se consentisse sviluppi fondamentali. Ma rattrista leggere una informazione viziata dalla scorrettezza, oramai acclarata come in altri episodi, del Gruppo Speleologico Urbinate.
    Articoli come questi ne avrei potuto produrre una cinquantina se tutte le volte che abbiamo aperto una nuova sala ipogea ne avessi scritto. Ma io credo di avere una etica e un rispetto per i lettori, e per Scintilena, che deve stare attenta a non svilirsi pubblicando notizie, come questa, prive dei requisiti fondamentali.

  2. Omettere appositamente gli altri gruppi che hanno operato o operano al Nerone non vi rende più esploratori. Bene per la scoperta, i gruppi, precendenti al vostro che hanno trovato i Clasti e che hanno passato il lago terminale delle Tassare Ve ne rendono merito. Sempre che non cambiate nomi anche a queste grotte.

  3. Visto che l’obbiettivo è comune a molti, invece di destreggiavi in commenti primordiali, perché non concretizzate, e venite a dare una mano?

    * corretto

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