Il Presidente del CAI alla Tesei: ‘È un errore asserire che la circolazione dei mezzi motorizzati è consentita, tranne dove è vietato, per i sentieri il principio è ribaltato’

Nella foto: la vetta del Monte Serano

Ecco la lettera di Antonio Montani, Presidente Generale del CAI, alla governatrice della regione umbria:

Gentile Presidente,
Ho atteso ad inviarLe questa mia nella speranza di un ripensamento da parte della giunta da Lei
guidata rispetto all’emendamento Puletti, inoltre nei giorni scorsi ho inutilmente cercato di contattarLa per poterLe esprimere personalmente quanto riporto qui.

Innanzi tutto vorrei partire da un dato tecnico, ovvero la definizione di sentiero nella legge nazionale, dove è compare esclusivamente nel Codice della strada (D.Lgs. n. 285/1992) che lo definisce “strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni o di animali” (art. 3, co. 1, n. 48); mentre la strada viene definita quale “area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali” (art. 2, co. 1).

Lo stesso Codice individua e classifica le tipologie di strade: autostrade, strade extraurbane (statali, regionali, provinciali, comunali), strade urbane e, da ultimo, itinerari ciclopedonali e ne disciplina la circolazione ma non lo fa per il sentiero e questo perché al sentiero non si applica il Codice della strada perché il sentiero è di norma riservato al “passaggio di pedoni o animali” e non ai mezzi
motorizzati.

È un errore asserire che la circolazione dei mezzi motorizzati è consentita, tranne dove è vietato, per i sentieri il principio è ribaltato.

Ci sono poi considerazioni che vanno al di là dell’attenta lettura delle norme e sono considerazioni
di carattere generale, calate tra l’altro in una specifica realtà, quella umbra, che fa del suo paesaggio millenario e di riscoperti modi di frequentarlo, conoscerlo e amarlo, un punto di forza dell’offerta turistica e culturale.

La rete sentieristica umbra è unica per concentrazione di elementi naturali, architettonici e
paesaggistici che consente al camminatore in pochi chilometri di incontrare eccellenze culturali
uniche al mondo.

L’Umbria è attraversata dal Sentiero Italia CAI, che vede in questa regione alcune
delle tappe più belle; dalla via di Francesco, che si appresta a ricordare gli 800 anni di San Francesco con eventi internazionale; e una dedalo di percorsi che uniscono borghi di bellezza unica.

Anche nei drammatici mesi successivi al terremoto i sentieri hanno rappresentato un’occasione di ripartenza, portando in Umbria cittadini da tutto il paese per dimostrare la vicinanza a questa terra magica.

La stragrande maggioranza della rete sentieristica umbra è manutenuta dai volontari del CAI, anche grazie ai contributi straordinari che riceviamo dal Ministero del Turismo.

Il passaggio su un sentiero di un mezzo motorizzato, ad esempio una moto da enduro, provoca danni spesso irreparabili e mortifica il prezioso lavoro dei volontari.

La presenza di motociclette sui sentieri disincentiva la presenza dei camminatori che oggi rappresentano l’unico modello di
sviluppo turistico davvero sostenibile e davvero utile alle popolazioni locali.

Per questi motivi la percorrenza dei mezzi motorizzati deve avvenire sui sentieri solo quando
strettamente necessaria con la previsione di specifiche deroghe al divieto generalizzato.


Voglio essere certo, gentile Presidente, che ci sarà a breve un ripensamento da parte della Regione sull’opportunità di non modificare l’emendamento della Consigliera Puletti, che pur nell’obiettivo di dare certezza interpretativa alla norma eviti scenari estremamente dannosi per l’ambiente, per l’economia e anche per la “brand reputation” della Regione.

Il Club Alpino Italiano, forte dei suoi principi, della sua storia di oltre 160 anni e dei suoi 350.000
associati non smetterà di chiedere rispetto per il lavoro dei propri volontari, per l’ambiente e per le
popolazioni che abitano i territori montani.
Restando disponibile ad un urgente incontro nelle forme che riterrà, La saluto cordialmente.


Il Presidente Generale del
Club Alpino Italiano
Antonio Montani

4 pensiero su “Lettera aperta del CAI alla Regione Umbria contro i veicoli a motore sui sentieri”
  1. Buongiorno, ho fatto alpinismo ed altre attività montanare per 30 anni, sono stato inscritto al CAI e ne ho seguito le tracce. Ho insegnato nella scuola di alpinismo di Roma. Dire che i motorizzati disincentivano i camminatori mi sembra una bestialità. Vado con il quad ed incontro casualmente camminatori con i quali ci si rispetta e non ci si ostacola, a parte i “talebani” che credono di aver solo loro diritti di percorrenza…ma quanti camminatori ci sono? quanti mezzi motorizzati girano? fate percorrere civilmente i sentieri a tutti

    1. Io personalmente se dovessi scegliere tra un sentiero dove passano le motociclette e i quad e un’altro dove non ci passano, scelgo di passare dove non ci stanno motocliclette e quad. Quindi se posso dare un consiglio a chi va in vacanza per fare sentieri, il mio consiglio spassionato è di non venire in Umbria ma preferire l’Abruzzo, le Marche, il Lazio e la Toscana. E lo farò appena posso, per dare un buon consiglio ai nostri 10mila follower e ai nostri 5mila lettori giornalieri. Così come io non vado nella provincia di Trento dove ammazzano gli orsi, e non vado in Veneto dove sdraiano le foreste per una pista di bob che non serve a niente. Ma questa degli orsi e dei bob è una mia scelta etica. Andare a camminare dove stanno le motociclette, potendo scegliere, è una scelta da coglioni.

      1. Condivido totalmente i contenuti della lettera del presidente del CAI. È verificare che biciclette elettriche e motori vari hanno un impatto irreversibile sul fondo del sentiero. Smuovono la terra, sassi, spezzano radici. Il sentiero non resisterà’ alle piogge. Verrà modificato e reso più fragile. I sentieri sono il prodotto delle attività delle popolazioni della montagna rispettiamoli.

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