Sotto la cattedrale romanica di Castro si cela un mistero che ha affascinato gli abitanti del paese da sempre. Si tratta di una grande cavità naturale di origine carsica, ritenuta fino ad ora una semplice cisterna per l’acqua. Un recente convegno internazionale ha portato alla luce nuove ipotesi su questo misterioso luogo.

Articolo tratto da ‘Puglia Notizie’ di ‘La Repubblica’

Salento – Una grande cavità naturale di origine carsica, ritenuta fino ad ora una semplice cisterna per l’acqua, si trova sotto la cattedrale romanica di Castro.

Un recente convegno internazionale ha portato alla luce nuove ipotesi su questo misterioso luogo.

Lo scorso novembre, a Savelletri, vari studiosi hanno tracciato una trama coerente del rapporto che sin dal paleolitico ha legato uomini e cavità naturali, luoghi di sepoltura e di culto presenti nella profondità della terra.

La scoperta della cisterna sotto la cattedrale di Castro ha suscitato grande interesse tra gli studiosi.

Con il permesso del parroco Don Fabiano, gli archeologi sono riusciti a scendere attraverso una ripida scaletta che dalla piazzetta della cattedrale porta al vano ipogeo immerso nell’oscurità più completa.

L’intera cavità corre sotto il pavimento della cattedrale e la supera sino alla piazzetta dell’episcopio, proprio a ridosso dell’area dove gli scavi hanno permesso di portare alla luce le statue colossali della dea e i resti del santuario di Atena.

La presenza dell’acqua ha condizionato nel medioevo la costruzione delle due chiese, quella greca del IX secolo a pianta centrale e la cattedrale del XII secolo, ricostruita sopra la cavità.

Nella grotta cisterna, la fenditura appare coperta da un allineamento di blocchi calcarei certamente prelevati dall’imponente fortificazione messapica e dagli edifici del santuario di Atena.

L’accesso all’acqua era stato sempre preservato, anzi un arco scavato nel corridoio collegava i due edifici sacri e sopra l’arco era stata dipinta nel 300 l’immagine dell’Annunziata.

Oggi dopo i restauri, ne restano scarse tracce come il bordo dell’atrio della vergine e dell’arcangelo Gabriele.

Guardando in alto verso l’apertura superiore della grotta cisterna, appare chiaro che il rivestimento di intonaco antico ingloba una serie di blocchi lavorati con cura non di reimpiego disposti come ponticelli a distanze regolari.

Questa sistemazione della cavità con certezza anteriore alle fasi medievali va attribuita al periodo di maggiore sviluppo monumentale del pianoro di Castro.

Si apre così un nuovo capitolo della storia di questo magico luogo della nostra Italia e diviene urgente l’impegno a farlo conoscere e valorizzarlo.

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