I dettagli preliminari sulla “biosfera oscura” saranno presentati in seno al meeting dell’American Geophysical Union (AGU) che si tiene questa settimana, ma alcuni sono stati già pubblicati sul sito del Deep Carbon Observatory.
La sensazionale comunicazione in realtà si basa su risultati scientifici in parte già pubblicati, illustrando però un quadro più completo della biosfera sotterranea.

I ricercatori del Deep Carbon Observatory da circa 10 anni studiano i campioni prelevati diversi chilometri al di sotto della superficie terrestre, scoprendo un ecosistema enorme, la cui esistenza è stata per molto tempo ignorata.

Le dimensioni della biosfera profonda vanno da 2 a 2,3 miliardi di chilometri cubici, quasi il doppio del volume di tutti gli oceani. Gli organismi che vivono nelle profondità abissali del mare e nelle rocce profonde vanno a costituire una enorme massa di carbonio: da 15 a 23 miliardi di tonnellate, mentre la massa dei microbi superficiali è stimata in tutto a 80 miliardi di tonnellate.

Le ricerche sono state intraprese in più di 100 punti del Pianeta dal Deep Carbon Observatory, creato circa 10 anni fa, che riunisce più di 300 ricercatori provenienti da 34 Paesi del mondo.
Nei fondali marini, nelle profondità delle miniere e in trivellazioni a 5 km di profondità, è stata scoperta una biosfera profonda che costituisce un mondo che supera di gran lunga il nostro superficiale, sotto tutti i punti di vista: Batteri, archaea (microbi senza nucleo legato alla membrana) ed eucarioti (microbi o organismi pluricellulari con cellule), soprattutto due tipi di microbi-batteri e archaea dominano la Terra Profonda. Tra questi ci sono milioni di specie, tutte ancora da scoprire o caratterizzare, ma alcune specie sono state trovate sotto tutti i continenti, diffuse praticamente in ogni parte del Mondo.

Questa cosiddetta “materia oscura microbica” allarga enormemente la nostra prospettiva e e il concetto di vita.
Secondo gli scienziati di Deep Life circa il 70% di batteri e archaea della Terra vivono nel sottosuolo.

Si tratta sempre di organismi estemofili, che resistono a pressioni mostruose, a temperature fino a 120 gradi, che hanno ritmi di vita lentissimi. La riproduzione e i loro spostamenti sono un mistero. Possono sopravvivere per millenni, e pur essendo metabolicamente attivi risultano quasi in stasi, “con meno energia di quanto pensassimo servisse per sostenere la vita”.

I limiti assoluti della vita sulla Terra in termini di temperatura, pressione e disponibilità di energia devono ancora essere trovati. Ciò mette in discussione anche il concetto di vita stessa.

I risultati delle ricerche aprono interrogativi a cui per ora non possiamo dare una risposta: la vita è iniziata sottoterra per poi migrare verso l’alto, o è nata in superficie per spostarsi poi nel sottosuolo andando ad occupare anche questa particolare nicchia? Questi organismi sono i discendenti delle più arcaiche forme di vita nate ed evolutesi in profondità oppure sono derivati da specie superficiali?

Uno dei direttori del progetto, Mitch Sogin, ritiene che nel nucleo terrestre si potranno trovare i primissimi, finora sconosciuti, rami dell’albero della vita.

Queste ipotesi non escludono la presenza di un biota collocato nelle profondità dello Spazio.
La sorprendente scoperta di simili organismi sul nostro Pianeta ha un impatto anche sull’astrobiologia, poiché amplia considerevolmente le probabilità che la vita possa esistere anche altrove nel Sistema solare (o al di fuori di esso), magari in condizioni che fino ad oggi non ritenevamo idonee. Non è un caso che gli scienziati stimino come probabile l’esistenza di microorganismi all’interno di alcuni laghi sotterranei di Marte.

Maggiori info sul sito del Deep Carbon Observatory:
https://deepcarbon.net/life-deep-earth-totals-15-23-billion-tonnes-carbon

Leggi l’importanza delle ricerche sulla vita microbica sotterranea e l’impatto sulla ricerca medica:
https://www.scintilena.com/in-grotta-alla-ricerca-di-batteri-salvavita/11/17/

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