Uno studio pubblicato su Acta Carsologica mostra i risultati di un test di tracciamento nella grotta di Migovec, nelle Alpi Giulie (Slovenia nord-occidentale)

Gli acquiferi carsici alpini e degli altipiani carsici sono ricche risorse idriche, tuttavia, la loro caratterizzazione è difficile a causa della loro evoluzione complessa, in parte glaciocarsica, in ambienti tettonicamente attivi, e di una zona insatura spessa fino a due chilometri.

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Acta Carsologica presenta e discute i risultati di un test di tracciamento nella zona carsica alpina delle Alpi Giulie (Slovenia), più precisamente nel Sistema di Migovec, il sistema di grotte più lungo della Slovenia (lunghezza = 43 km, profondità = 972 m).

La grotta si estende sotto una cresta montuosa che separa le valli della So?a e della Sava, formando così uno spartiacque topografico tra i bacini dell’Adriatico e del Mar Nero, il che conferisce al test una maggiore rilevanza regionale.

All’inizio di settembre 2019, tre chilogrammi di uranina sono stati iniettati in un lago sospeso in una parte remota del sistema, a circa 900 metri sotto l’altopiano e a 100 metri sopra la falda freatica bassa.

Tutte le sorgenti note nelle valli su entrambi i lati della montagna sono state monitorate mediante campionamento manuale o strumentale e un fluorimetro di campo.

A causa della stagione insolitamente secca, nessun tracciante è stato rilevato in nessun sito per due mesi fino a un evento di forte pioggia all’inizio di novembre.

Successivamente, circa il 60-65 % della massa del tracciante è apparsa entro 60 ore nel fiume Tolminka.

Nessun tracciante è stato rilevato negli altri siti, o perché non era presente o perché era fortemente diluito.

Lo studio suggerisce che il lago contenente il tracciante è bypassato dal flusso vadoso e che il tracciante è stato mobilizzato solo durante eventi di grande portata quando il lago è diventato parte del flusso epifreatico.

La velocità di flusso lineare di picco dal sito di iniezione alla Sorgente di Tolminka era solo di circa 1,7 m/h.

Tuttavia, assumendo che il tracciante sia stato mobilizzato solo dal grande evento di pioggia, la velocità sarebbe di 70 m/h.

Lo studio evidenzia le sfide e le insidie del tracciamento dell’acqua nei sistemi carsici alpini e suggerisce modi per evitarle.

Link allo studio completo: https://doi.org/10.3986/ac.v52i2-3.13348

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