La Società di Studi Carsici A. F. Lindner di Ronchi dei Legionari (GO) ha effettuato una pulizia completa della grotta identificata con il n. 101 al Catasto Regionale delle Grotte del Friuli Venezia Giulia e n. 157 VG del Catasto storico.
La cavità era stata oggetto di abbandono di rifiuti fin da tempi remoti, risalenti ai lavori di costruzione/manutenzione dell’adiacente linea ferroviaria che attraversa il Carso Triestino e porta a Lubiana, in Slovenia.
L’ingresso dell’Abisso si apre in una dolina, a pochi metri dai binari ferroviari, con un ampio pozzo dalle dimensioni di 10 m. x 5m ed una profondità di 65 m. dove, in passato, è stato “facile” far sparire metri cubi di materiale ferroso di scarto.
Sul fondo della cavità sono stati trovati lastre, barre e telai in metallo, diversi rocchetti di ferro tipo bobine di una settantina di centimetri di diametro, un tubo di ferro lungo circa 2,5 m., una moto pompa, tre biciclette, innumerevoli fusti, bidoni di ferro, lattine, scatole di metallo (forse per munizioni), bombole di gas vuote, un pezzo di ordigno bellico (inattivo), ruote di vecchi autoveicoli, un segnale stradale di pericolo incastrato sotto un masso, una carrozzina d’epoca per bambini dalla foggia degli anni ‘60, rifiuti di plastica, scarpe e resti organici (ossa di animali caduti accidentalmente). Fortunatamente non è stata riscontrata la presenza di materiali tossici che potessero inquinare le falde acquifere.
Il progetto di recupero ambientale è nato dall’idea del socio Maurizio Maffei, promotore assieme al socio Floriano Guidi, di questa lodevole iniziativa.
L’intervento di pulizia ha richiesto una lunga e accurata progettazione, che ha coinvolto attivamente diversi enti tra cui il Servizio Ambiente e energia del Comune di Trieste, la società AcegasApsAmga del gruppo Hera che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti sul territorio, la Protezione Civile del Comune di Trieste, il Corpo Forestale Regionale FVG e la Polizia locale del Comune di Trieste.
Trovate le necessarie sinergie per il trasporto dei rifiuti con i mezzi fuoristrada messi a disposizione dalla Protezione Civile e il successivo smaltimento dei rifiuti a cura di AcegasApsAmga, una nutrita squadra di volontari della società di Studi Carsici Lindner, si è adoperata per riportare alla luce tutti i rifiuti, tramite un sistema di sollevamento lungo il pozzo con corde, carrucole e cavi d’acciaio.
Questi i nomi dei partecipanti all’iniziativa:
Maurizio Maffei e Floriano Guidi (promotori del progetto), Erica Mesar, Elisabetta Miniussi, Dario Miniussi, Lorenzo Zucca, Daniele Pastore, Caterina Cuban, Loretta Crestani, Franco Bressan, Enrico Magrin, Alessandro Zoff, Anna Tavano, Davide Menin, Elisa Settomini, Cecilia Grignaschi e Antonella Miani.
Diversi sono stati i sopralluoghi che hanno preceduto la giornata di pulizia, per documentare l’entità e la tipologia di rifiuti e per studiare la fattibilità del recupero ambientale.
Per rendere l’ambiente “accettabile” alla squadra che avrebbe dovuto lavorare in profondità, qualche settimana prima della pulizia è stato asportato il corpo di un capriolo morto, che chiuso (non si sa come e perché) in un sacco di plastica, non si decomponeva e continuava ad emanare un insopportabile fetore.
Alla fine, in una giornata intensa di lavoro, domenica 27 novembre 2016, sono stati estratti alcuni metri cubi (3 o 4) di materiale per la maggior parte ferroso e la grotta è stata riportata al suo stato naturale. Così speriamo resti in futuro, confidando nel senso civico e nel rispetto per l’ambiente dei prossimi visitatori del Carso.
Una grande soddisfazione per la Società Lindner, sia per il risultato raggiunto (la pulizia della grotta), per le conoscenze tecniche acquisite (sollevamento di carichi pesanti lungo un pozzo), ma anche per l’ottimo spirito di gruppo e di collaborazione che i soci hanno saputo dimostrare. Sicuramente un’esperienza di ripetere!

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