Sul Croll Petzl 2013
Non ho conoscenze adeguate per poter prendere una posizione sulla diatriba che si è venuta a creare in Italia a proposito delle caratteristiche tecniche del nuovo Croll 2013 che la Petzl ha introdotto sul mercato.
Ormai da parecchi mesi è in corso uno scontro/incontro tra la Petzl e la Scuola Nazionale di Speleologia del CAI attraverso il CRASC, il Centro di Costacciaro che da decine di anni effettua prove tecniche di tenuta sulle attrezzature speleoalpinistiche.
In particolare, a Costacciaro sono stati eseguiti dei test che evidenziano una minore resistenza di questo prodotto nei confronti del vecchio modello.
Relazione dei primi test eseguiti al Crasc:
http://www.speleocrasc.it/FilePDF/SintesiRelazioneAssembleaSNSCostacciaroPartePrima.pdf
Risposta della petzl di aprile:
http://www.scintilena.com/precisazioni-della-petzl-sul-nuovo-croll-dopo-la-relazione-delle-prove-di-resistenza-di-costacciaro/04/24/
Nuovi test del Crasc di Costacciaro dopo la risposta Petzl:
http://www.speleocrasc.it/croll2013nuovitest.htm
A Casola si è svolta una seguitissima tavola rotonda con la presenza del CRASC e della Petzl; Il CRASH nonchè la Commissione Scuole del CAI hanno rilasciato una nuova dichiarazione:
http://www.speleocrasc.it/casola2013presentazionepetzl.htm
Nei giorni immediatamente seguenti all’incontro di Casola, sono state dette e scritte molte cose, di cui la più sicura è che, visti i regolamenti delle scuole CAI e SSI che impongono che sul bloccante ventrale sia presente un dispositivo antiribaltamento del cricchetto, nei corsi il nuovo Croll 2013 non si può usare perchè è privo di dispositivo antiribaltamento.
Una nota forte nel forum del sito Odisseanaturavventura, scritta da Matteo Rivadossi:
http://www.odisseanaturavventura.it/forum/viewtopic.php?f=8&t=165
Tra tutte le cose scritte, da tifosi, appassionati, fruitori più o meno competenti, abbiamo deciso di pubblicare una nota scritta da Antonio Del Magro, che a mio avviso contiene spunti ed elementi costruttivi e considerazioni valide che condivido pienamente:
Trovo in parte costruttivo che il dibattito (non esaurito) tenutosi sabato scorso nella sala Guidani a Casola, continui sulla lista… Sottolineo _in parte_, poiché qui manca la controparte Petzl, ma comunque interessante poiché si sta delineando che la comunità speleologica non è poi così concorde come un po’ tutti si aspettavano… perlomeno io.
A partire dalla sorpresa nel vedere una platea da “tutto esaurito” compuntamente unita ad ascoltare Salvatori, quando pochi anni fa, sempre a Casola, non fu nemmeno messo in condizioni di terminare la sua interessante esposizione sui multimonti, mi pare.
Ad ogni modo… nello spirito adatto ad una rappresentazione teatrale, quale l’esposizione casolana è finita per diventare, non sono mancate manifestazioni di coerenza col comportamento passato… e, pur sforando il tempo assegnato, non abbiamo saputo approfittare, secondo me, della presenza di Maurice e Chabot per rendere ancora più incisiva e propositiva l’attività condotta dal GLM, al fine di farne tesoro da parte dei progettisti Petzl, perlomeno per il futuro.
Ho avuto l’impressione che Maurice e Chabot siano letteralmente “caduti dalle nuvole” nel constatare che il GLM aveva testato i nuovi croll con sollecitazioni quasi-statiche, tant’è che in tutta risposta alla relazione pubblicata a maggio, Petzl aveva diffuso un video in cui il nuovo croll superava egregiamente una serie di test, ma tutti tassativamente dinamici.
Ora, io capisco che si dia più importanza ai test in cui si stressano le condizioni d’esercizio prevalenti e reali, ed in questo concordo con l’impostazione della normativa e quindi delle prove condotte in Francia (solo in teleferica/paranco i bloccanti lavorano quasi-statici, ma in trazione o compressione…?!), tuttavia ritengo altresì preziosissima l’informazione: “A quale carico mi si distrugge l’attrezzo?” se non altro per poter fare una scelta fra i diversi dispositivi presenti sul mercato.
Ebbene, a Costacciaro si è comprensibilmente cercato di scoprire il limite di tenuta dell’attrezzo, quindi di arrivare a romperlo e sapere con che carico… A Grenoble probabilmente è sempre bastato verificare che l’attrezzo fosse “compliant”, senza stilare una classifica del meglio e del peggio. D’altronde ciò è coerente coi ruoli, il costruttore deve garantire una soglia minima, il consumatore preferisce quello con il carico di rottura maggiore!
Non mi stupirebbe che in Petzl nemmeno sapessero che il nuovo croll si rompe con un carico inferiore al vecchio … probabilmente, spero, da lunedì proveranno a spaccarne qualcuno, esattamente come Salvatori, che rientrato a Costacciaro, ha effettuato test dinamici senza riuscire a rompere i nuovi croll, ma in compenso è riuscito a schiantare la corda in 4 casi su 5, confermando in sostanza la criticità del nuovo bloccante pur col metodo del test a caduta http://www.speleocrasc.it/
Ecco, questo dovrebbe essere lo spirito giusto: far tesoro delle esperienze altrui e cercare di migliorare sempre. Mi piacerebbe che il canale creatosi tra il GLM della SNS-CAI ed il costruttore Petzl, non si chiudesse nella polemica e nell’arroccamento sulle proprie reciproche posizioni, ma continuasse a produrre evoluzione e sviluppo nell’ottica di migliorare la sicurezza degli utenti finali, professionisti e non. Mi aspetto dunque che, coerentemente con l’impegno dimostrato nell’effettuare i test e pubblicarne i risultati, la SNS-CAI come struttura di riferimento per la speleologia italiana, si sforzi ulteriormente nel fare il possibile per tenere aperto costruttivamente il dialogo con Petzl, piuttosto che limitarsi a suggerire agli speleologi italiani di rivolgersi ad un altro costruttore.
Infine… grazie Casola, anche per questo!
antonio -GSLucchese-
Concordo pienamente!
Sto seguendo la vicenda fin dall’inizio, e considero il nuovo croll non adatto alla nostra attività.
Il nuovo croll è un concentrato di tecnologia, piccolo e leggero, ma alla fine a noi ci serve un prodotto robusto ed affidabile, 85 grammi di meno…mica dobbiamo fare il Tour de France!
Petzl all’ultima domanda mi ha fatto capire che non è un prodotto adatto a noi. La domanda era: dato che lo spessore è stato ridotto anche all’occhiello, il nuovo croll si usura molto più velocemente nella maglia rapida in acciaio, rendendolo inutilizzabile anche dopo pochi mesi.
La risposta è stata: il nuovo croll è stato progettato per essere utilizzato con il moschettone Omni, non con la maglia rapida in acciaio…Utilizzare un moschettone in lega come fulcro della catena di sicurezza è inconcepibile per noi, questo mi ha fatto capire che il nuovo croll non è adatto alla speleologia italiana.
In difesa della Petzl posso dire che non mi è piaciuto il modo, gli ingeneri erano all’oscuro dei test e solo al convegno hanno potuto vedere foto e filmati. Stiamo parlando della Petzl, non di un’aziendina locale.. Non mi è piaciuto questo atteggiamento superiore e polemico (tipico) di certe persone. Perchè non è stata contattata in primis la Petzl? Perchè gli ingegneri non sono stati messi al corrente dei test prima di scatenare la polemica?
Dopo essermi informato in specifico ho ricevuto conferme che la Petzl era stata messa al corrente dei test ancor prima di essere divulgati. Mi scuso per l’errore e spero che la Petzl trovi una soluzione al più presto, per tornare a soddisfare i nostri standard di sicurezza.