Giuseppe Priolo, Presidente della Commissione Centrale Speleologia e Torrentismo del Club Alpino Italiano (CAI), ha rilasciato un’intervista alla rivista ufficiale del CAI, “Lo Scarpone”, per fare chiarezza sull’incidente avvenuto nella grotta Bueno Fonteno e sul soccorso prestato.

Priolo ha voluto esporre una serie di considerazioni da “addetto ai lavori” e rispondere alle numerose domande sollevate dai media e dal pubblico.

Ottavia e il Suo Recupero

Priolo ha iniziato parlando di Ottavia, l’istruttrice coinvolta nell’incidente.

Ha elogiato il suo coraggio e la sua passione per la speleologia, sottolineando il suo ruolo di guida per i giovani speleologi.

Ottavia è descritta come un esempio per molti, grazie alla sua dedizione e discrezione nel svolgere i suoi incarichi.

Chi Sono gli Speleologi?

Priolo ha poi spiegato cosa significa essere speleologi, rispondendo alle domande più comuni che vengono poste a chi pratica questa attività.

Ha chiarito che la speleologia non è un lavoro retribuito, ma una passione che spinge gli speleologi a esplorare nuove grotte e a scoprire nuove parti di grotte già note.

Queste attività sono autofinanziate dagli stessi speleologi e spesso hanno un alto valore scientifico.

L’Esplorazione, Linfa Vitale

L’esplorazione è descritta come la linfa vitale della speleologia.

Priolo ha sottolineato che, nonostante la massima attenzione e prudenza, gli incidenti possono accadere.

Per questo motivo, gli speleologi si organizzano in gruppi dove l’esperienza degli anziani si fonde con la curiosità dei giovani.

Il CAI ha quasi settanta anni di esperienza nella formazione di nuovi speleologi e organizza corsi di vario livello ogni anno.

Una Precisazione sui Soccorsi

Un altro argomento di dibattito sui media è stato il costo dei soccorsi.

Priolo ha spiegato che i costi sono coperti dalle polizze assicurative sottoscritte dai soci del CAI, che coprono sia gli infortuni che le spese di soccorso.

Ha anche smentito le affermazioni secondo cui l’attività speleologica causerebbe 12000 incidenti l’anno, chiarendo che solo lo 0,15% degli interventi del CNSAS riguarda la speleologia.

Conclusione

Giuseppe Priolo ha concluso l’intervista con un messaggio di gratitudine verso Ottavia e tutti gli speleologi che, con passione e dedizione, continuano a esplorare e a contribuire alla conoscenza scientifica delle grotte.

Le sue parole hanno offerto una visione chiara e dettagliata del mondo della speleologia e delle dinamiche che regolano le operazioni di soccorso.


Questo articolo è basato sull’intervista originale rilasciata e pubblicata sulla rivista ufficiale del CAI “Lo Scarpone”.

Vedi l’articolo originale e fonte della notizia: https://www.loscarpone.cai.it/dettaglio/speleologi-strana-gente/