Un progetto di ricerca nazionale coinvolge il Gruppo Speleologico Tricase e il Laboratorio Ipogeo Salentino di Biospeleologia “Sandro Ruffo” per studiare la fauna ipogea del Salento

Il Salento è una terra ricca di bellezze naturali, ma anche di misteri e sorprese. Sotto la superficie si nascondono infatti delle vere e proprie oasi di biodiversità, dove vivono animali adattati a un ambiente buio e privo di vegetazione.

Si tratta della fauna ipogea, composta da specie troglobie (che vivono esclusivamente nelle grotte) e stigobie (che vivono nelle acque sotterranee).

Per conoscere meglio questo mondo nascosto, il Gruppo Speleologico Tricase (GST) ha collaborato con il Laboratorio Ipogeo Salentino di Biospeleologia “Sandro Ruffo” e i ricercatori dell’Università Statale di Milano e del CNR IRET di Lecce nell’ambito del progetto PRIN 2022 “STIGE-CLIMAQUIFERI” (STygofauna at the Interface between surficial and Groundwater Ecosystem: CLIMate change effects on AQUatic Invertebrates Fitness, Energy and Resource use in Italian aquifers).

Il progetto, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha l’obiettivo di studiare il comportamento e la distribuzione della fauna sotterranea presente nel Salento, e di analizzare il suo rapporto con le condizioni climatiche e le caratteristiche energetiche del territorio.

La grotta scelta come campo di studio è stata “Lu Bissu” di Castro, una delle più importanti e studiate cavità ipogee italiane.

La grotta, lunga circa 500 metri, ospita infatti ben 15 specie troglobie, di cui 10 acquatiche e 5 terrestri, che rappresentano oltre il 30% dell’intero popolamento ipogeo pugliese.

Tra queste spicca il gamberetto cieco Typhlocaris salentina, uno dei più grandi stigobionti italiani.

La grotta è stata esplorata e studiata sin dal 1937. Da allora, numerosi sono stati gli interventi scientifici condotti dai principali biospeleologi italiani e stranieri, che hanno portato alla scoperta di altre 12 specie nuove per la scienza.

Nel novembre del 2021, il GST ha inoltre avuto il piacere di accompagnare e assistere due ricercatrici del National Institute of Oceanography di Haifa, Israele, Tamara Guy-Hai e Ximena Velasquez-Dubinsky, che hanno effettuato delle analisi genetiche sulla popolazione locale di Typhlocaris salentina.

La grotta di Lu Bissu rappresenta quindi un patrimonio naturale e scientifico di grande valore, che merita di essere salvaguardato e valorizzato.

Il progetto STIGE-CLIMAQUIFERI contribuirà a fornire nuove conoscenze e dati utili per la gestione e la conservazione di questo ecosistema unico e fragile.

Fonte: https://www.facebook.com/100047022376846/posts/pfbid02GazPSoEKHr9jMK3CdnoAEQ5w1iSaV17hKF8ooAiR8ijMXpd8oTSCqBxsm3LRFiFl/

Un pensiero su “Lu Bissu, la grotta salentina che nasconde i segreti della vita sotterranea”

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