Uno studio del 2015 rivela la correlazione tra la varietà di rifugi utilizzati dai pipistrelli e il loro stato di conservazione.

La ricerca di Sagot e Chaverri: un contributo alla conservazione dei pipistrelli

Nel 2015, María Sagot e Gloriana Chaverri hanno pubblicato uno studio innovativo che analizza il legame tra il rischio di estinzione delle specie di pipistrelli e la loro capacità di utilizzare diverse tipologie di rifugi.

Basandosi su un’ampia revisione della Lista Rossa della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), le ricercatrici hanno esaminato i dati relativi a 385 specie di pipistrelli distribuite in tutto il mondo.

Lo studio ha messo in evidenza un aspetto fondamentale per la conservazione delle specie: i pipistrelli che fanno affidamento su un numero limitato di tipologie di rifugi sono più vulnerabili rispetto a quelli che sfruttano una gamma più ampia di risorse.

Questa correlazione suggerisce che la diversità nell’utilizzo dei rifugi può rappresentare un fattore determinante per la sopravvivenza di alcune specie.

La correlazione tra tipologia di rifugi e rischio di estinzione

Secondo i risultati della ricerca, le specie di pipistrelli classificate come Critically Endangered (in pericolo critico di estinzione) utilizzano un solo tipo di rifugio.

Le specie Endangered (in pericolo) e Vulnerable (vulnerabili) si affidano a un numero compreso tra uno e quattro tipi di rifugi.

Al contrario, le specie categorizzate come Near Threatened (quasi minacciate) e Least Concern (a basso rischio) mostrano una maggiore flessibilità, utilizzando tra uno e sei tipi di rifugi.

Questo schema suggerisce che una maggiore capacità di adattamento all’ambiente – rappresentata dalla possibilità di sfruttare una varietà di rifugi – potrebbe offrire alle specie una maggiore resilienza di fronte ai cambiamenti ambientali o alle minacce antropiche.

L’importanza della diversità dei rifugi

I rifugi svolgono un ruolo cruciale nella vita dei pipistrelli, fornendo protezione dai predatori, temperature ottimali per il riposo e la riproduzione, oltre a garantire un riparo durante i periodi di inattività.

Tra le tipologie più comuni di rifugi utilizzati dai pipistrelli si trovano grotte, alberi, edifici abbandonati e fessure nelle rocce.

La scelta del rifugio può dipendere da numerosi fattori, tra cui la disponibilità locale, le caratteristiche climatiche e le interazioni con altre specie.

Tuttavia, alcune specie altamente specializzate, che si affidano esclusivamente a un tipo di rifugio, risultano essere più esposte ai rischi legati alla perdita dell’habitat o ad altri fattori di disturbo.

Implicazioni per la conservazione

Lo studio di Sagot e Chaverri ha importanti implicazioni per le strategie di conservazione. Proteggere e ripristinare una varietà di habitat che possano fungere da rifugio per i pipistrelli potrebbe ridurre il rischio di estinzione per molte specie.

Inoltre, la ricerca evidenzia la necessità di monitorare attentamente le popolazioni di pipistrelli con comportamenti specializzati, in quanto queste potrebbero essere più vulnerabili ai cambiamenti ambientali.

Un approccio efficace potrebbe includere la creazione di rifugi artificiali in aree dove le risorse naturali sono state compromesse. In alcune regioni, l’installazione di bat box (casette per pipistrelli) si è dimostrata una soluzione pratica per sostenere le popolazioni locali.

Il lavoro di ricerca

Il lavoro di Sagot e Chaverri rappresenta un passo avanti nella comprensione delle dinamiche ecologiche che influenzano il rischio di estinzione dei pipistrelli.

La correlazione tra il numero di rifugi utilizzati e lo stato di conservazione delle specie sottolinea l’importanza di promuovere la diversità degli habitat e di adottare misure specifiche per proteggere le specie più vulnerabili.

Nel contesto dei cambiamenti climatici e dell’espansione delle attività umane, la conservazione dei pipistrelli assume un ruolo sempre più cruciale.

Questi animali svolgono infatti funzioni ecologiche essenziali, come il controllo degli insetti e l’impollinazione.

Gli studiosi ritengono che ulteriori ricerche in questo campo potrebbero fornire strumenti ancora più efficaci per la protezione di queste specie, contribuendo a preservare la biodiversità e gli ecosistemi di cui i pipistrelli sono parte integrante.

Quali sono i rifugi dei pipistrelli?

Ecco una lista dei principali tipi di rifugi utilizzati dai pipistrelli, con una breve descrizione di ciascuno:

Rifugi naturali

1. Grotte e caverne

• Ambienti sotterranei che offrono temperature stabili, umidità costante e protezione dai predatori. Sono utilizzati spesso da grandi colonie.

2. Alberi cavi

• Alberi vecchi o morti con cavità al loro interno. Forniscono riparo ideale per il riposo e, in alcuni casi, per la riproduzione.

3. Fessure rocciose

• Spazi stretti in pareti rocciose o massi che offrono un rifugio sicuro e ben protetto da agenti atmosferici e predatori.

4. Foglie

• Alcune specie di pipistrelli si rifugiano sotto foglie di grandi dimensioni o all’interno di strutture create piegando le foglie stesse, come fanno alcune specie tropicali.

5. Corteccia distaccata

• Strati di corteccia staccati dagli alberi che formano rifugi naturali per specie di pipistrelli che preferiscono habitat più esposti.

Rifugi artificiali

6. Edifici abbandonati

• Strutture costruite dall’uomo, come case, fienili o magazzini non più utilizzati, forniscono rifugi accessibili per molte specie, specialmente nelle aree urbane o rurali.

7. Ponti e viadotti

• Fessure e cavità nei ponti possono offrire spazi sicuri per i pipistrelli, specialmente nelle aree urbane.

8. Bat box

• Rifugi artificiali progettati appositamente per i pipistrelli, che simulano le caratteristiche di cavità naturali. Sono utilizzati in progetti di conservazione.

Rifugi temporanei

9. Vegetazione fitta

• Arbusti o alberi con una chioma densa possono servire come rifugi temporanei durante il giorno o in caso di emergenza.

10. Strutture umane in uso

• Alcune specie trovano rifugio in soffitte, intercapedini dei tetti o spazi angusti all’interno di edifici abitati, spesso causando conflitti con le persone.

Ogni tipologia di rifugio risponde a esigenze specifiche di termoregolazione, protezione e riproduzione, variabili in base alla specie e all’ecosistema di riferimento.

Le specie di pipistrelli a rischio

Ecco l’elenco delle specie di pipistrelli inserite nella Lista Rossa delle specie minacciate, con i link alle fonti di riferimento:

In Pericolo Critico (CR):

• Barbastella barbastellus (Barbastello comune)

In Pericolo (EN):

• Myotis capaccinii (Vespertilio di Capaccini)

• Nyctalus lasiopterus (Nottola gigante)

• Pipistrellus maderensis (Pipistrello di Madeira)

• Rhinolophus mehelyi (Ferro di cavallo di Mehely)

• Miniopterus schreibersii (Miniottero di Schreibers)

Vulnerabile (VU):

• Myotis dasycneme (Vespertilio di Daubenton)

• Myotis emarginatus (Vespertilio smarginato)

• Nyctalus noctula (Nottola comune)

• Pipistrellus pipistrellus (Pipistrello albolimbato)

• Plecotus auritus (Orecchione bruno)

• Plecotus austriacus (Orecchione grigio)

• Rhinolophus blasii (Ferro di cavallo di Blasius)

• Rhinolophus euryale (Ferro di cavallo maggiore)

• Rhinolophus ferrumequinum (Ferro di cavallo minore)

• Rhinolophus hipposideros (Ferro di cavallo euriale)

Fonti:

1. Istituto Oikos: Chi sono i pipistrelli per davvero?

2. Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (PDF)

3. IUCN Red List: Elenco ufficiale delle specie minacciate

4. GreenMe: Lista Rossa IUCN: Animali a rischio di estinzione

Per ulteriori approfondimenti, si consiglia di consultare direttamente il sito ufficiale della Lista Rossa IUCN.