L’amico Euro Puletti arricchisce la Scintilena con scritti sempre piacevoli, articoli e aneddoti frutto di anni di ricerche. Questa volta, a proposito della Grotta di Monte Cucco, ci propone la relazione delle sue ricerche a proposito di Margherita Mengarini, una donna che dette il nome all’immenso Salone Margherita.

Sulle tracce di una “gentile e coltissima signora” dell’Ottocento
L’irrisolto tentativo di risalire all’esatta identità di Margherita Mengarini
che dette il nome ad una delle più vaste sale della Grotta di Monte Cucco

L’illustre industriale cartario fabrianese Giambattista Miliani, classe 1856, primo speleologo ed esploratore, in senso moderno e scientifico, della Grotta di Monte Cucco, e, quindi, senatore del Regno d’Italia, frequentò, in Roma, la facoltà di Scienze Naturali. In quella stessa facoltà dovrebbe aver conosciuto la dottoressa Margherita Mengarini, forse parente dell’astronomo romano, e senatore del Regno d’Italia, Guglielmo Mengarini (1856-1927).
Margherita Mengarini fu, infatti, la prima donna italiana ad essersi laureata in Scienze Naturali.
Miliani dovette invaghirsi di tale affascinante, “gentile e coltissima signora”, tanto da intitolarle “La Margherita”, quella che costituisce, cioè, la più grande e suggestiva sala di tutta la parte turistica della Grotta di Monte Cucco.
Fu, forse, proprio per contraccambiare il grande onore tributatole, a trentasei anni d’età, con questa straordinaria dedica, che Margherita Mengarini (la quale dovette essere anche un’abile scultrice della scuola romana nei primi del Novecento) modellò, proprio per lui, un busto bronzeo, che si conservava, fino a qualche tempo fa, nel civico ospedale “Engles Profili” di Fabriano, e sul quale, forse, ella graffì la propria firma d’abile artefice.
Questa Margherita Mengarini, romana, potrebbe essere, forse, anche identificata con una famosa fisiologa italo-tedesca (forse berlinese), vissuta a cavallo tra XIX e XX secolo, sorella, del famoso professor Ludwig Traube, di religione ebraica, esimio cattedratico, ordinario di fisiologia e ricercatore all’Università di Berlino, nonché suo insegnante.
Margherita Traube-Mengarini (“Frau Dr. Margharita Traube-Mengarini”), figlia del grande patologo tedesco Ludwig Traube (4 giugno 856 circa – 1912), infatti, dopo essersi stabilita in Italia, assieme alla scrittrice femminista ebrea Fanny Lewald, nel 1877, all’età di 21 anni, svolse, nel nostro Paese, un’intensa attività nell’allora nascente movimento femminista. Nel ricco e voluminoso carteggio della scrittrice italiana femminista Sibilla Aleramo risulta come, quest’ultima, avesse intrattenuto un rapporto epistolare con una Margherita Mengarini.
Margherita Traube Mengarini era la zia di Anna Celli-Fraentzel (1878-1958).
Dottoressa in Medicina e brillante ricercatrice, con il celebre marito medico Angelo Celli (Cagli 1857-Monza 1914) di Cagli (PU), delle cause della malaria nella campagna romana, Anna Fraentzel Celli, nipote del professor Ludwig Traube junior e di Margherita Mengarini, sorella di quest’ultimo, svolse un ruolo attivo nel movimento femminista.
Il nome della Mengarini compare anche in un elogio contenuto nell’importante testo Nomina sacra del famoso paleografo tedesco Ludwig Traube. La Mengarini, infatti, firmò anche un elogio, o prefazione delle memorie, dell’illustre paleografo Tedesco Ludwig Traube (Berlino 1861-Monaco 1907), contenuto nell’opera Nomina sacra, versuch einer geschichte der christlichen kurzung, (Monaco: C. H. Beck, 1907; repr. Darmstadt: Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1967).
L’illustre Professor Philipp Messner del Max Planck Institute for the History of Science di Berlino mi ha scritto che “Margherita Traube-Mengarini, sembra aver avuto collegamenti con il Dr. Franz Christian Boll (Neubrandenburg 1849-Roma 1879), il quale fu, agli inizi della sua brillantissima carriera di fisiologo, assistente presso il laboratorio di fisiologia dell’Università di Berlino e, successivamente, professore a Roma. Quest’ultimo scrisse un elogio per le memorie dell’eminente fisiologo tedesco Ludwig Traube (“Erinnerunges an Ludwig Taube”). La sezione manoscritti della libreria nazionale di Berlino sembra rimandare, anch’essa, infatti, a qualche rapporto tra la Mengarini e Boll, quando riporta il preciso riferimento “Margarete Boll und Mengarini” (http://handschriften.staatsbibliothek-berlin.de/).
Margherita Mengarini, esperta d’arte, e di scultura in particolare, e, forse, parente di Pietro Mengarini (1869-1924), esponente di spicco del movimento artistico del divisionismo romano (il cui capolavoro è « Nudo alla finestra » del 1905), possedeva una bella villa, di stile Liberty, presso il Porto di Anzio, durante il cui sterro, nell’anno 1890 ca., fu rinvenuta l’importante opera scultorea, d’epoca romana, denominata « Il Satiro versante », conservato, oggi, presso il museo archeologico di Anzio. La Mengarini fu la prima ad intuire l’enorme importanza, storica ed artistica, rivestita dalla statua della “Fanciulla d’Anzio”, rinvenuta nel luogo dove sorgeva l’antica Villa di Nerone.
Durante la seconda guerra mondiale, gli Americani avevano ricavato la sede residenziale dei loro ufficiali proprio all’interno di Villa Mengarini. Nelle immediate vicinanze di quest’ultima, che era, tra l’altro, dotata di piscina, si localizzava anche l’infermeria militare.
Un’altra famosa scultrice, di cognome Mengarini, fu Fausta Vittoria Mengarini Nicoletti (1893-1952), forse parente di Margherita Mengarini.
Alla morte di Giambattista Miliani, inviò una lettera di condoglianze, da Roma, la Signora Mengarini Rossetti Valeria, forse congiunta, anch’ella, di Margherita Mengarini.

Euro Puletti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *