Un convegno tra speleologi, grotte e preistoria: dieci anni di attività GST
Il decennale del Gruppo Speleologico Tricase (GST) è stato celebrato con un convegno dedicato a speleologi, grotte e preistoria.
L’evento ha riunito istituzioni, ricercatori, appassionati e curiosi, offrendo una panoramica sulle ricerche e le scoperte più significative maturate nel sottosuolo pugliese e non solo.
Speleologi e grotte: protagonisti della ricerca preistorica
Durante il convegno, sette relatori hanno condiviso esperienze e risultati di ricerche condotte nelle grotte, illustrando l’importanza della speleologia nello studio della preistoria.
Le grotte, infatti, rappresentano archivi naturali che conservano tracce delle variazioni climatiche del Quaternario e testimonianze delle prime frequentazioni umane, come rifugi, luoghi di culto e siti funerari[1].
La presenza di oggetti realizzati dai nostri antenati e resti alimentari permette di ricostruire abitudini e tecnologie delle popolazioni preistoriche.
Dalle palafitte sommerse alle testimonianze di Homo neanderthalensis
Le ricerche presentate hanno spaziato dagli insediamenti su palafitte sommersi nelle grotte di Pertosa-Auletta, documentati da Felice Larocca, alla visita virtuale alla grotta di Lamalunga, che custodisce lo scheletro dell’Uomo di Altamura, risalente a un periodo compreso tra 180.000 e 130.000 anni fa.
Questi studi dimostrano come le grotte siano state frequentate dall’uomo sin dalla preistoria per molteplici scopi: riparo, sepoltura, culto e produzione di strumenti[1].
Le grotte archeologiche del Salento: arte, reperti e stratigrafie
Un’attenzione particolare è stata dedicata alle grotte del Salento, come la Grotta dei Cervi e la Grotta delle Veneri.
Questi siti conservano pittogrammi neolitici, statuine in osso e stratificazioni di paleosuolo che attestano una frequentazione continua dal Paleolitico al Bronzo Medio.
Le incisioni sulle pareti testimoniano la presenza e le attività di comunità umane lungo i millenni, mentre i reperti di arte mobiliare e parietale offrono uno spaccato sulle capacità artistiche e simboliche dei nostri antenati.
Speleologi e istituzioni: tutela e valorizzazione delle grotte preistoriche
Il convegno ha affrontato anche il tema della conservazione delle grotte archeologiche. Serena Strafella, funzionario della soprintendenza, ha illustrato le buone pratiche per la tutela della stratigrafia archeologica, sottolineando la necessità di un dialogo costruttivo tra speleologi e istituzioni. Aurelio Marangella, presidente della Federazione Speleologica Pugliese, ha ribadito l’importanza di una collaborazione per garantire la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio ipogeo.
Speleologi, grotte e preistoria: una comunità in crescita
La partecipazione di numerosi soci, ricercatori e appassionati ha confermato il crescente interesse verso speleologi, grotte e preistoria.
Il GST, in occasione del suo decimo anniversario, ha saputo riunire le diverse anime della comunità speleologica, promuovendo la divulgazione scientifica e la condivisione delle conoscenze.
La cena sociale e le escursioni alle grotte del Ciolo e di Terradico hanno concluso i festeggiamenti, rafforzando il senso di appartenenza e la voglia di proseguire nelle ricerche.
Conclusioni: il ruolo centrale di speleologi, grotte e preistoria nelle ricerche future
Il bilancio del convegno conferma che speleologi, grotte e preistoria rappresentano un binomio inscindibile per la comprensione delle origini umane e per la tutela del patrimonio sotterraneo.
Le grotte continuano a essere laboratori naturali per la ricerca scientifica e la speleologia si conferma disciplina fondamentale per l’archeologia e la storia dell’uomo[1].