Studiare i segnali dei terremoti tra scienza e incertezza

Lo studio dei precursori sismici e il dilemma della previsione dei terremoti

Negli ultimi 15 anni, Leonardo Nicolò si è dedicato allo studio dei segnali precursori dei terremoti.

Da un decennio ha attivato tre stazioni di monitoraggio del radon, un gas naturale che fuoriesce dal sottosuolo e che potrebbe essere collegato ai fenomeni sismici.

Nonostante le ricerche, ribadisce spesso che i terremoti non sono prevedibili con certezza. Questa apparente contraddizione ha spinto molti a chiedergli spiegazioni, portandolo a riflettere sul senso stesso del suo lavoro.

Il significato scientifico della ricerca sui precursori sismici

Secondo Nicoli , affermare che i terremoti non si possono prevedere significa riconoscere che, al momento, non esiste un metodo scientificamente validato per determinare con precisione dove, quando e con quale magnitudo si verificherà un sisma.

Ciò non esclude che il sottosuolo possa emettere segnali prima di un evento sismico.

Il suo lavoro si concentra proprio sull’analisi di questi segnali, con l’obiettivo di individuare eventuali schemi ricorrenti.

Monitoraggio del radon e altri parametri ambientali

Le stazioni installate da Leonardo Nicoli misurano la concentrazione di gas radon nel suolo.

Questo elemento viene considerato un possibile precursore sismico perché le sue emissioni possono subire variazioni anomale prima di un terremoto.

Oltre al radon, il sistema di monitoraggio rileva parametri meteorologici e ambientali, in modo da distinguere le fluttuazioni naturali da quelle che potrebbero essere collegate a fenomeni geologici.

Variazioni del radon nei terremoti dell’Appennino centrale del 2016-2017

Durante i forti terremoti che hanno colpito l’Appennino centrale nel 2016 e nel 2017, le stazioni hanno registrato variazioni significative nella concentrazione di radon nei giorni precedenti gli eventi sismici.

Questo non equivale a una previsione del terremoto, ma dimostra che esistono anomalie che potrebbero essere legate ai processi geologici in atto prima di un sisma.

La sfida scientifica consiste nel distinguere queste anomalie da altre variazioni naturali per capire se possano diventare un indicatore affidabile.

L’obiettivo: migliorare i modelli di rischio sismico

Leonardo chiarisce che il suo scopo non è prevedere con certezza il singolo terremoto, ma comprendere meglio i fenomeni precursori per sviluppare un sistema di allerta basato su indicatori scientifici.

Se si riuscisse a individuare schemi ripetibili e correlabili ai terremoti, sarebbe possibile migliorare i modelli di rischio sismico e potenziare le misure di prevenzione.

Le difficoltà nella ricerca sui precursori sismici

Uno degli ostacoli principali nello studio dei precursori sismici è la variabilità dei segnali: non sempre si manifestano e, quando lo fanno, possono essere influenzati da molteplici fattori ambientali.

Per questo motivo, la ricerca necessita di una grande quantità di dati e di anni di analisi per individuare correlazioni affidabili.

La raccolta di informazioni a lungo termine è essenziale per distinguere i segnali reali dalle fluttuazioni casuali.

La motivazione dietro lo studio dei terremoti

Nonostante le difficoltà, Leonardo Nicoli prosegue nelle sue ricerche con l’idea che ogni nuovo dato possa contribuire a una maggiore comprensione dei terremoti.

Anche se la previsione esatta non è ancora possibile, il miglioramento dei sistemi di allerta e la conoscenza dei fenomeni precursori potrebbero rappresentare un passo avanti nella prevenzione sismica.

L’obiettivo è ridurre il rischio e aumentare la sicurezza delle popolazioni esposte ai terremoti.

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