Il comprensorio toiranese, un patrimonio archeologico e paleontologico da preservare

Un territorio di grande valore culturale

Il comprensorio di Toirano, situato in Liguria, è un’area di straordinaria rilevanza archeologica e paleontologica, che offre un patrimonio culturale ancora poco conosciuto rispetto ad altre zone come il Finalese.

Questo territorio, ricco di grotte e cavità naturali, rappresenta una testimonianza fondamentale delle prime fasi della presenza umana, risalenti al Paleolitico medio.

Tra i reperti più significativi, emergono resti dell’Homo neanderthalensis, rinvenuti nella Grotta di Santa Lucia Superiore.

Oltre alle celebri Grotte della Bàsura e di Santa Lucia Inferiore, già note per la loro importanza scientifica e turistica, il comprensorio comprende numerose altre cavità di interesse come la Grotta del Colombo, la Tana delle Gore, la Grotta della Giara e la Grotta dell’Ulivo.

La ricerca archeologica e paleontologica nel Toiranese

Le indagini condotte sul territorio, avviate in modo sistematico già dalla fine del XIX secolo, hanno permesso di raccogliere una mole significativa di dati.

Lo studio attuale si basa sul riesame delle ricerche pionieristiche svolte da studiosi come Arturo Issel, Nicolò Morelli e Gaetano Rovereto, figure centrali nella documentazione iniziale delle cavità toiranesi.

Una recente pubblicazione intitolata L’antropizzazione del comprensorio toiranese tra preistoria e protostoria, curata da Henry De Santis, archeologo e Ispettore Onorario per la Tutela dei Beni Archeologici, sintetizza le evidenze raccolte nel corso di un decennio di studi e ispezioni.

Questo lavoro ha messo in luce lo stato di conservazione delle cavità e dei depositi stratigrafici, sottolineando l’urgenza di preservare i siti ancora intatti.

La geologia del comprensorio

Il sistema carsico del Monte Carmo di Loano, nel quale si inserisce il territorio di Toirano, è caratterizzato dalla presenza di calcari dolomitici triassici.

Questo contesto geologico ha favorito la formazione di oltre 220 cavità naturali, distribuite su un’area di circa 47 chilometri quadrati, tra altitudini che variano dagli 85 ai 1256 metri sul livello del mare.

Non tutte le grotte hanno restituito materiali di interesse archeologico o paleontologico.

Tuttavia, diverse cavità si sono dimostrate promettenti dal punto di vista scientifico e potrebbero diventare oggetto di tutela in futuro.

Tra queste, le grotte della Giara, del Colombo e della Bàsura rappresentano punti di riferimento sia per le ricerche scientifiche che per la valorizzazione del patrimonio culturale.

Fauna, flora e paesaggio

Il comprensorio di Toirano è inserito nel Sito di Interesse Comunitario (SIC) “Monte Ravinet – Rocca Barbena”, una zona caratterizzata da una notevole biodiversità.

Le faggete e i boschi misti ospitano specie vegetali endemiche come la genziana ligure e lo zafferano ligure, mentre le grotte rappresentano habitat ideali per diverse specie di pipistrelli.

Dal punto di vista faunistico, oltre a caprioli, cinghiali e daini, il territorio è noto per la presenza del gatto selvatico e del gambero di fiume, specie di particolare interesse conservazionistico.

La storia delle ricerche nel comprensorio

Le prime esplorazioni scientifiche delle grotte di Toirano risalgono alla fine dell’Ottocento, quando geologi e paleontologi dell’Università di Genova iniziarono a studiare l’area.

Arturo Issel e Don Nicolò Morelli furono tra i primi a documentare i depositi preistorici, seguiti da Aldobrandino Mochi e Gaetano Rovereto.

Negli anni successivi, importanti contributi vennero da Virginia Ginetta Chiappella e Giuseppe Isetti, mentre le indagini degli anni Sessanta videro protagonisti studiosi come Carlo Tozzi e il team del Museo di Antropologia Preistorica di Montecarlo.

L’ultima ricerca di rilievo, condotta nel 1982, ha riguardato le stratigrafie della Grotta del Colombo, ma negli ultimi decenni il territorio ha visto solo interventi isolati.

Le grotte più significative

Tra le grotte di maggiore interesse, spicca la Grotta della Bàsura, nota per le sue impronte di uomini e animali risalenti al Paleolitico superiore, e la Grotta di Santa Lucia Inferiore, che conserva tracce di frequentazione umana dal Neolitico.

Altri siti degni di nota includono la Grotta del Colombo, oggetto di ricerche paleolitiche, e la Tana delle Gore, ancora in attesa di studi approfonditi.

Verso la conservazione e la valorizzazione

La preservazione del patrimonio archeologico e paleontologico del comprensorio toiranese rappresenta una sfida cruciale.

Come sottolineato già nel 1885 da Arturo Issel, molte cavità rischiano di essere compromesse nel tempo, rendendo fondamentale un intervento tempestivo per la loro tutela.

La pubblicazione degli studi più recenti, scaricabile liberamente online, rappresenta un contributo importante per la conoscenza e la valorizzazione di questo territorio.

Gli esperti auspicano che un numero sempre maggiore di cavità possa essere vincolato e protetto, garantendo così la conservazione di un patrimonio unico nel suo genere.

Conclusioni

Il comprensorio di Toirano offre un’opportunità straordinaria per approfondire la storia dell’uomo e del territorio ligure.

Grazie agli sforzi della comunità scientifica e alla collaborazione tra istituzioni e studiosi, il valore di questo patrimonio potrà essere sempre più apprezzato e preservato per le future generazioni.

Scarica il documento pdf con l’intera ricerca di Henri De Santis L’antropizzazione del comprensorio toiranese tra preistoria e protostoria

http://www.archaeoastronomy.it/Bollettino_CSC_93.pdf